di Lucio Fero
Realismo meloniano, mostrato e apprezzato nella postura e nel discorso programmatico quando ci rassicura tutti affermando che il suo governo non farà bancarotta di pubblico bilancio pensando che bancarotta di pubblico bilancio significhi farla gratis per tutti noi. Realismo meloniano quando chiama l'Europa al monitoraggio dei mari (altro che blocco navale appunto irrealistico). Realismo meloniano quando dice a Salvini e Berlusconi, signori dell'irrealtà, che bisognerà "rinviare" un bel po' di cose tra le quali la pensione a 60 anni pert tutti e il meno tasse più sussidi. Realismo meloniano, anzi qualcosa di più e di meglio quando il premier mostra di capire cosa e per cosa si combatte in Ucraina e quindi da che parte stare e come starci.
L'evasore piccolo piccolo - E' un bel mito, soprattutto caro alla destra italiana (ma coltivato anche a sinistra) quello dell'evasore fiscale italiano piccolo piccolo. Mito che sta in piedi nella liturgia auto assolutoria perché si sostiene e si appoggia sulla figura del Grande Cattivo, il Grande Evasore. Il mito è quella favola bugiarda per cui i 100 e passa miliardi di evasione fiscale vanno tutti i carico al Grande Evasore che è sempre qualcun altro comunque l'altro da sé dell'evasore piccolo. Quanto piccolo? Quanto basta alla sostanza e alla misura di quanto ciascuno evade.
Realismo meloniano, mostrato e apprezzato nella postura e nel discorso programmatico quando ci rassicura tutti affermando che il suo governo non farà bancarotta di pubblico bilancio pensando che bancarotta di pubblico bilancio significhi farla gratis per tutti noi. Realismo meloniano quando chiama l'Europa al monitoraggio dei mari (altro che blocco navale appunto irrealistico). Realismo meloniano quando dice a Salvini e Berlusconi, signori dell'irrealtà, che bisognerà "rinviare" un bel po' di cose tra le quali la pensione a 60 anni pert tutti e il meno tasse più sussidi. Realismo meloniano, anzi qualcosa di più e di meglio quando il premier mostra di capire cosa e per cosa si combatte in Ucraina e quindi da che parte stare e come starci.
L'evasore piccolo piccolo - E' un bel mito, soprattutto caro alla destra italiana (ma coltivato anche a sinistra) quello dell'evasore fiscale italiano piccolo piccolo. Mito che sta in piedi nella liturgia auto assolutoria perché si sostiene e si appoggia sulla figura del Grande Cattivo, il Grande Evasore. Il mito è quella favola bugiarda per cui i 100 e passa miliardi di evasione fiscale vanno tutti i carico al Grande Evasore che è sempre qualcun altro comunque l'altro da sé dell'evasore piccolo. Quanto piccolo? Quanto basta alla sostanza e alla misura di quanto ciascuno evade.
Se evado io, se evadiamo noi il pagare le tasse è sempre evasione di necessità e comunque se ad evadere sono decine di milioni di contribuenti piccoli per reddito dichiarato son sempre spiccioli, i "piccioli" veri li evade sempre l'Evasore Grande. Su questa religione civile si innesta altro realismo meloniano. Quello per cui, preso atto realisticamente che l'italiano evade, è il caso di dargli una mano, dare una mano alla realtà. Anzi, non una mano ma diecimila, diecimila euro di libertà.
La bugia contro evidenza - Meloni ha detto in Parlamento che non c'è "correlazione" tra i pagamenti in contante e il pagare e farsi pagare in nero. Una bugia contro ogni evidenza. Per cosa se non per pagare o nero servono diecimila euro come franchigia di pagamenti in contanti? Al netto della meschina e patetica rivendicazione che "lo facciamo per i poveri" senza Po e bancomat, poteva la Meloni e potevano i nuovi governanti sfoggiare il coraggio della verità. E dire, con civile onestà: lo facciamo per far girare soldi, lo facciamo perché pensiamo di questi tempi che anche il nero serva. Un po' come il riaccendere le centrali a carbone in tempi di scarsa e carissima energia. Ma il realismo meloniano questo coraggio non lo ha, a questo coraggio non arriva. E, non avendo il coraggio di se stesso, coniuga la bugia contro evidenza dei diecimila cash per nulla imparentati col nero.