Sergio Mattarella terrà a battesimo Leonardo, il supercomputer EuroHPC pre-exascale italiano, basato sulla tecnologia BullSequana XH2000 di Atos. L'evento è fissato il 24 novembre a Bologna. Si tratta del quarto supercomputer più potente al mondo e il secondo in Europa nella classifica internazionale Top500. Una infrastruttura avveniristica su cui ci sono stati investimenti per 240 milioni di euro, cofinanziata da euroHPC e dal Ministero dell'Università e della Ricerca. Decine le persone che hanno lavorato al progetto di Atos con Cineca e EuroHPC, iniziato un paio di anni fa.
E 30 i tir che hanno solcato la penisola per portare nel capannone industriale che lo ospita ogni singolo componente di Leonardo, che affiancherà il supercomputer già in uso a Cineca, un po' 'vecchiotto', che sarà dedicato a una funzione specifica. Ma perché Leonardo è così importante anche nella vita quotidiana dei singoli? Giuseppe Di Franco, ceo di Atos, intervistato dall'Agenzia Agi, sostiene che Leonardo non sia "un computer come quelli che ogni giorno usiamo. È solo più potente. L'esempio che possiamo fare per far comprendere cosa sia una infrastruttura di questo tipo è quello di due persone chiamate a pensare una parte di uno stesso ragionamento in parallelo. La soluzione a quel ragionamento arriverà più rapidamente. Se ne mettiamo un numero elevatissimo di persone a pensare in parallelo un pezzo del ragionamento, questo genera capacità di arrivare alla soluzione di operazioni complesse in tempi rapidi. Questo è Leonardo".
In pratica, Leonardo consentirà con un rendimento elevato. Il supercomputer avrà una potenza di calcolo di 250 petaFlops, per un totale di 250 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo, 10 volte di più del precedente sistema, con una capacità di archiviazione di oltre 100 petabyte; è dotato di circa 3.500 processori Intel Xeon e di 14.000 GPU dell'architettura Ampere di Nvidia, con prestazioni di 10 ExaFlops in precisione ridotta, tipiche delle applicazioni di Intelligenza Artificiale; la partizione data-centrica è basata su BullSequana X2140 three-node Cpu Blade ed è dotata di due Cpu Intel Xeon Scalable di quarta generazione (precedentemente denominate in codice Sapphire Rapids), ciascuna con 56 core, che saranno installate all'inizio del 2023.
"I supercomputer sono alla base studi complessi come quelli di meteorologia – sottolinea Di Franco – il meteo è un sistema molto complesso. Una accurata previsione previene i fenomeni avversi e anche consente l'utilizzo migliore delle fonti rinnovabili, dalle idroelettriche al solare all'eolico. Ma servono anche a stimare impatti sul corpo umano per diversi tipi di azione, dal vaccino, all'intervento chirurgico alla capacità di arti artificiali. Si trasporta in ambiente digitale o virtuale quello che deve essere testato in ambiente fisico e si possono fare milioni di prove".
Il margine di errore di questo tipo di analisi "dipende dall'accuratezza del modello digitale, ma, come è accaduto per la fotografia i pixel, quanto più è fine il modello di simulazione tanto più è efficace il risultato. Quanto più ho capacità calcolo, tanto più la simulazione è precisa e questo ha ricadute molto positive sulla ricerca e sull'industria", rimarca il top manager. "Le nuove tecnologie possono sostituire ad esempio le gallerie del vento per testare auto, aerei e veicoli spaziali – spiega ancora – e il livello e la qualità della progettazione sale molto". L'accuratezza della ricerca ha come altra faccia della medaglia maggiore competitività economica. "La qualità della progettazione è il futuro dell'economia", per Di Franco, e per ponti strade, le stesse smart city, la cui progettazione prevede la messa a sistema di una mole enorme di variabili, i supercomputer forniranno soluzioni rapide ed efficaci.
Il ceo di Atos avverte: "La sfida è anche nel capitale umano. Il supercomputer è una infrastruttura tecnologica ma servono persone capaci di fare modelli, di farsi domande, di rivedere processi di business in chiave digitale". E in Italia c'è un gap digitale, "a livello individuale non significativo, ma sensibile nelle istituzione pubbliche e nelle media e piccola impresa".