ROMA – I deputati del Pd Christian Diego Di Sanzo (eletto nella ripartizione America settentrionale e centrale), Toni Ricciardi (ripartizione Europa), Fabio Porta (ripartizione America meridionale) e Nicola Carè (ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide) hanno presentato un'interrogazione al ministro degli Esteri Antonio Tajani a proposito delle retribuzioni del personale assunto localmente presso le rappresentanze diplomatico-consolari italiane all'estero.
In particolare i deputati sottolineano che la spirale inflazionistica innescata dal conflitto in Ucraina ha comportato "conseguenze sull'ammontare reale delle retribuzioni percepite in euro" dal personale a contratto, a causa dell' "andamento instabile della moneta europea in particolare nei confronti del dollaro statunitense, del dollaro canadese, del franco svizzero e della sterlina". Tale instabilità ha generato un deprezzamento dell'euro, che – sottolineano i deputati Pd – "sta comportando un ridimensionamento significativo del valore delle retribuzioni locali che arriva fino al 35 per cento rispetto a quanto percepito fino al gennaio 2022, prima dell'inizio delle conflittualità russo-ucraine e le relative conseguenze economiche"; una situazione che – proseguono – sta assumendo contorni critici in particolare negli Stati Uniti e in Svizzera.
Considerando che il pagamento delle retribuzioni in euro è derogato "solo nei Paesi in cui esiste una norma imperativa che preveda l'erogazione in valuta locale" e che "allo stato attuale non è stata prevista dall'amministrazione alcuna iniziativa di natura straordinaria atta a tamponare, per un breve periodo, le perdite significative di retribuzione maturate finora dagli impiegati a contratto", gli interroganti chiedono al Ministro quali iniziative si intendano intraprendere per far fronte alle criticità illustrate. A Tajani si chiede inoltre se non ritenga "auspicabile adottare iniziative per l'individuazione di un meccanismo di salvaguardia temporaneo atto a compensare lo svantaggio determinatosi con le oscillazioni di cambio dovute alla contingenza emergenziale, attraverso la previsione di un'indennità compensativa pari alla differenza tra il valore delle retribuzioni percepite prima dell'inizio della fase acuta del deprezzamento dell'euro e il valore medio delle retribuzioni percepite a decorrere da gennaio 2022".