di Silvana Mangione
Nella sede dell'Istituto Italiano di Cultura di New York si è svolta la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio Maria Callas. Si tratta di un tributo alla meravigliosa cantante che ha rivoluzionato il mondo dell'opera lirica, unendo alla ripresa del "canto antico" e alla rivisitazione dei ruoli della "coloratura" classica la costruzione del personaggio attraverso un lavoro certosino di approfondimento musicale e teatrale. Ma è anche un riconoscimento alla solitudine delle donne che devono combattere duramente per raggiungere le vette del mondo di attività che hanno scelto, a prezzo di profonde sofferenze, anche nella vita privata.
Per questa seconda ragione il Premio è stato annunciato il 24 novembre in una Conferenza stampa, ospitata alla Camera dei Deputati dall'On Christian di Sanzo, in occasione della Settimana di condanna della violenza contro le donne. Il trofeo consegnato alle premiate e ai premiati riporta una splendida immagine del volto di Maria Callas racchiuso fra le mani. L'ideatore della manifestazione è Dante Mariti, Produttore e Creatore della Melos International, coadiuvato da Patrimonio Italiano TV, la televisione degli italiani all'estero, guidata da Luigi Liberti e Michele Pilla. Domenica 27 novembre le immagini del Premio sono state proiettate a lungo sui giganteschi schermi di Times Square. Perché New York? Perché Maria Cecilia Sophia Anna Kalogeropoulos, la futura diva Callas, vi è nata il 2 dicembre 1923. Gli Stati Uniti e l'Italia l'hanno intensamente amata, molto più del Paese d'origine della sua famiglia. Ricercata dai più grandi registi, il personaggio che è diventato in qualche modo un simbolo della sua stessa vita è quello di Medea, prima attraverso la sua interpretazione della maga tradita in un'edizione dell'opera di Cherubini, diretta da Tullio Serafin, con la regia di Luchino Visconti nel 1957. Perfino la regina Elisabetta aveva commentato la sua performance con la frase: "Stasera, dopo Medea, lei è l'imperatrice", e Visconti l'aveva definita: "uno strumento umano e vocale incomparabile, Callas è una donna eccezionale e un'eccezionale cantante".
Callas sarà di nuovo Medea nel film diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1969, basato sulla tragedia di Euripide, che mostra la protagonista come una donna straniera che rinuncia alla propria casa e alla propria religione per amore e viene tradita, proprio come la Callas, abbandonata l'anno prima da Onassis, che nel 1968 aveva sposato Jaqueline Kennedy.
Maestre di cerimonie la giornalista Vittoriana Abate e l'attrice Antonella Salvucci, la serata si è aperta con un video della Callas nella Tosca di Puccini, "Vissi d'arte, vissi d'amore", seguito dall'intervento del Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura Fabio Finotti, che ha ribadito come il premio non fosse soltanto un tributo alla Callas, ma a tutte le donne ancora oggetto di violenza e ancora costrette a combattere per trovare un'eguaglianza di trattamento personale e di lavoro in tutti i campi nei quali hanno scelto di affermarsi. Poi è iniziato il concerto-gala di musica e parole, inframmezzato dalla lettura di uno scambio di lettere fra Callas e Pasolini, e scandito dalla consegna dei trofei con le motivazioni per il riconoscimento tributato alle e ai premiati. Riscaldati da un'ottima improvvisazione al pianoforte del jazzista Marco Di Gennaro, i presenti hanno ascoltato il giovane soprano Joanna Parisi in °Voi lo sapete, o mamma" dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, poi di nuovo "Vissi d'arte" da Carmen Giannattasio, vincitrice del primo premio di Operalia di Placido Domingo nel 2002.
Una splendida Francesca Maresca ha interpretato "Torna a Surriento" e "Caruso" di Lucio Dalla, in chiave di rivisitazione del patrimonio musicale napoletano e la pop singer e cantautrice Dan ha cantato The sound of silence, mentre sullo schermo scorrevano le immagini della protesta delle donne iraniane. La grande attrice Claudia Gerini ha letto la perorazione poetica di una scrittrice italiana contro la violenza alle donne, che si conclude con la frase agghiacciante: "Perdonatela, se si illude di avere il diritto di esistere". Rosa Freola, attualmente impegnata come solista all'opera del Metropolitan a New York, ha scelto "O mio babbino caro" dal Gianni Schicchi di Puccini.
Marsha Thompson, lodata dal New York Times per la sua "performance stellare di Violetta", ha scelto l'aria "Pace mio Dio" da La Forza del Destino di Verdi. Poi Maria Grazia De Luca, che ha debuttato il 22 novembre alla Carnegie Hall, si è esibita in "Un bel dì vedremo" da Madama Butterfly di Puccini. La serie di presentazioni delle premiate, accompagnate al pianoforte dal Maestro e Direttore d'orchestra Gianluca Marciano, si è conclusa con un messaggio registrato di Katia Ricciarelli. Sono stati premiati anche alcuni uomini, per il loro lavoro in difesa dei diritti delle donne: l'attore americano, Murray Abraham, vincitore di un Oscar per la sua interpretazione di Antonio Salieri nel Film Amadeus di Milŏs Forman, l'avvocato Michele Sarno che ha creato l'associazione "Lotto per te" e il giornalista Enrico Stinchelli.
Un riconoscimento a parte ha onorato l'artista Andreina Fuentes Angarita e, fra gli sponsor, lo stilista Antonio Riva di Milano e la visual artist Angela Valentino che, fra l'altro, ha mirabilmente truccato tutte le partecipanti. Nel ringraziare gli organizzatori e lodare le premiate e i premiati, Fabio Finotti ha concluso sottolineando la straordinaria importanza del patrimonio musicale italiano e affermando: "Stasera abbiamo davanti a noi una serie di donne che si sono affermate nella loro espressione artistica. Il loro successo e quello di donne come loro può scatenare la violenza maschile ma, qualunque cosa le donne decidano di fare nella loro vita, il loro percorso costituisce sia un esempio per tutti che l'unico modo per vincere".