Franco Esposito
In teoria l'unico rischio da evitare è che smetta di pendere. Dovesse malauguratamente accadere – non accadrà mai – perderebbe d'incanto il fascino antico. Quella pendenza che costringe visitatori di ogni parte del mondo ad alzare gli occhi e a guardarla ammirati. Leggendaria, mitica, iconica, la Torre di Pisa compirà 850 anni nel 2023. La posa della prima pietra delle fondamenta risale al 7 agosto 1173.
L'unicità della Torre di Pisa nacque da uno sbaglio. "Una metafora bellissima", racconta spesso Roan Johnson, il regista teatrale e cinematografico che ha cuore il "suo monumento". Lui la preferisce "storta", e non nasconde una forte preoccupazione personale che rappresenta con notevole senso dello humor. "Che stranezza sarebbe vedere la Torre raddrizzata", e l'occhio gli diventa liquido.
Ebbene sì, la Torre di Pisa la stanno raddrizzando. Raddrizzando come? Iniziato nel 1999, il raddrizzamento ha ridotto lo strapiombo di quattro centimetri. L'informazione è ufficiale. La notizia l'ha data il Comitato di monitoraggio, presieduto dal professore Salvatore Settis, storico dell'arte di fama mondiale.
La novità vera è che la Torre ha continuato gradualmente a raddrizzarsi negli ultimi ventitre anni, dalla riapertura a oggi. "Sta a significare che questo straordinario monumento è in perfette condizioni e che siamo riusciti a ridurre la pendenza senza alterarne la figura". Il paziente, come lo definisce il professore Settis, con 550 anni di età e con un fuori piombo di circa cinque metri e un cedimento di tre "si presenta con il suo campanile in eccellente stato di salute".
Realizzata dal professore già preside della Normale, d'intesa e in collaborazione con i prof Donato Sabia e Michele Jamiolkowski, anche loro membri del Comitato di monitoraggio, la relazione finale viene ritenuta particolarmente esaustiva.
I dati presentati sono emblematici. L'intervento di sottoescavazione ha asportato una piccola quantità di terreno del lato nord per provocare una impercettibile riduzione della pendenza della Torre di Pisa. Il monumento è tornato nella stessa situazione del 1817. Il recupero è stato di mezzo grado di pendenza. Questo dato rende memorabile l'impresa.
Il rischio è stato reale. E anche imminente. "Il campanile poteva crollare in qualsiasi momento. E senza preavviso alcuno, per rottura o del terreno sottostante o della struttura in elevazione". Invece si è andati oltre. Ricorda il professore Pierfrancesco Pasini, presidente dell'Opera Primaziale. "Siamo riusciti a salvare la Torre senza alterarne minimamente la figura. Nel rispetto assoluto della sua unicità e originalità. Completato l'intervento, abbiamo dato vita a uno dei massimi esempi a livello globale di conservazione programmata, grazie al lavoro del gruppo di sorveglianza".
La Torre di Pisa è alta 59,36 metri. Il diametro esterno è di 15 metri. Gigantesca e monumentale, la bellissima ha una scala con 273 gradini. I capitelli sono 207. Il peso 14.453 tonnellate. La massima variazione di pendenza, 5,5 gradi, si è verificata nel 1999. Dalla conclusione dell'intervento a oggi la pendenza è diminuita di 0,05 gradi. La tendenza può invertirsi dal 2030. "ad un ritmo molto lento, ma per tornare alla situazione degli anni Novanta occorreranno almeno tre o quattro secoli".
I progressi continueranno per altri decenni, fino al raggiungimento della stabilizzazione del monumento. Il professore Carlo Viggiani, docente all'Università di Napoli, è uno dei medici in servizio al capezzale della Torre di Pisa da oltre 30 anni. Stretto collaboratore del professore Michele Jamiolkowski, spiega perché un monumento così fragile e importante interessi contemporaneamente gli studiosi e il popolo di tutto il mondo."Le mie sono soltanto ipotesi che dovranno essere verificate e controllate grazie agli strumenti e a sistema di monitoraggio. É stato di fondamentale importanza l'individuazione delle cause della pendenza e lo rimarrà per la definizione delle contromisure atte a stabilizzare il momento".
A tal proposito, il vice presidente dell'Università di Pisa, Valerio Ascani, sostiene che la celebre Torre non è l'unico campanile inclinato esistente a Pisa: "Ce ne sono almeno altri due". E che per il monumento vanto della città e meta di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, Ascani sostiene con convinzione assoluta un'opinione decisamente personale: "La Torre in ogni caso non potrà mai tornare in asse".
L'impegno tecnico- scientifico finalizzato alla buona salute della Torre pendente proseguirà negli anni a venire. Grazie innanzitutto all'accordo quadro fra Ministero della Cultura, Opera della Fondazione della Primaziale e Università di Pisa nell'ambito del "Piano straordinario di monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili".
Il piano è stato adottato in seguito al decreto legislativo per la sicurezza delle strutture dopo il crollo del ponte Morandi. L'intesa avrà durata biennale. La Torre di Pisa verrà controllata anche dal cielo attraverso il monitoraggio satellitare. Ovviamente ad integrare quello terrestre. La salute del monumento pendente più celebre al mondo è tenuta costantemente sotto osservazione.