Volge al termine questo 2022 e anche per la comunità italiana in Uruguay è tempo di bilanci. Per la maggior parte delle associazioni l'anno che sta per concludersi è stato l'opportunità di rilanciarsi dopo il difficile periodo della pandemia che ha rappresentato un colpo durissimo. La ripresa delle attività non nasconde però i soliti problemi che continuano a manifestarsi nonostante le promesse che erano state fatte pochi mesi fa: è il caso dei servizi consolari che continuano ad essere di difficile accesso per molti. Gente d'Italia ha deciso di dare ancora una volta voce alle associazioni per analizzare l'anno che sta finendo e provare a raccontare questa comunità attraverso i suoi protagonisti.
di Matteo Forciniti
A Montevideo diamo spazio in questa occasione ai trentini, senz'altro uno dei gruppi più attivi della collettività che porta avanti numerose iniziative e che non è stato mai fermo neanche durante la pandemia. Parliamo con Gabriel Murara, il presidente del Circolo Trentino di Montevideo.
- Come giudicate questo 2022?
- Siamo davvero molto soddisfatti. Devo essere sincero, abbiamo una squadra molto attiva che si muove tantissimo per mantenere le nostre tradizioni e che organizza tantissime cose, tra cui ad esempio: feste, attività culturali, corsi di italiano, corsi di danza, il coro. All'interno del nostro circolo c'è un grande spirito di lavoro e di collaborazione: devo essere sincero, io ho tanti impegni di lavoro a volte faccio fatica a seguire il ritmo ma per fortuna noi siamo un gruppo molto unito.
- Quali sono stati i problemi che avete riscontrato?
- Niente che non possa essere risolto. Poter contare su un'infrastruttura è molto importante ma richiede anche il mantenimento: nel nostro caso, con una sede molto ampia c'è bisogno di un lavoro costante ma siamo in una buona situazione.
- Quali sono i propositi per il nuovo anno?
- La sfida è quella di continuare con le attività e, se è possibile, migliorarsi anche. Vogliamo generare più appartenenza tanto tra i nostri circoli trentini in Uruguay come con quelli del Sud America. L'obiettivo è quello di mantenere e rafforzare l'unione tra i trentini e collaborare per la promozione della cultura italiana. I presupposti per fare bene ci sono tutti, quello che è stato realizzato in passato ci da la spinta per andare avanti. Per quanto riguarda i corsi di italiano, stiamo cercando il modo di ottenere qualche certificazione con la collaborazione delle università italiane.
- Come giudicate i servizi consolari dopo l'apertura, a fine luglio, di una nuova sede?
- Come tutti, a volte anche noi riceviamo commenti dei nostri soci che non riescono a trovare le date per la cittadinanza. In base a quello che mi hanno riferito il ritardo è dato dalla mancanza di personale che arriva dall'Italia. Dobbiamo trovare una soluzione a questo problema, da parte nostra c'è la massima disponibilità a collaborare.
- Com'è stato il rapporto con il Comites?
- Normale. Ci siamo incontrati solo nelle attività ufficiali, manca un rapporto fluido.