Come da tradizione riservata ai premier, Giorgia Meloni traccia il bilancio del 2022 chiarendo subito: "Non è esattamente la conferenza stampa di un governo che ha lavorato un anno, è più di inizio mandato". Tra i temi spinosi c'è il Covid, riesploso massicciamente in Cina. "Ci siamo mossi immediatamente in coerenza con quello che abbiamo chiesto in passato: tampone per tutti quelli che vengono dalla Cina. La misura diventa efficace se viene presa da tutta l'Unione europea. Abbiamo scritto a Bruxelles, ci aspettiamo che l'Ue operi in questo senso. Dei primi casi sequenziati di Covid su persone provenienti dalla Cina 15 sono di variante Omicron, già presente in Italia, e questo ci tranquillizza. Il caso cinese lo dimostra: bisogna lavorare su responsabilità e non sulla coercizione. Penso a un osservatorio sul Covid".
Quindi la manovra: "L'abbiamo approvata un giorno in anticipo rispetto a quelle degli ultimi due anni. Mi fido dei miei alleati al governo. Al di là dei legittiti dibattiti e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c'è visione comune. Trovo un clima assolutamente positivo nella maggioranza. Condoni? Non ci sono. Abbiamo fatto una norma che chiede a tutti di pagare il dovuto, con una maggiorazione, consentendo una rateazione. Le uniche cartelle stralciate sono quelle vecchie più di sette anni e inferiori a mille euro. Allo stato conviene di più la loro distruzione che l'eventuale riscossione. Vogliamo un nuovo tipo di dialogo con i contribuenti ma senza favorire assolutamente l'evasione fiscale".
Meloni parla anche di Qatargate: "Una cosa mi dà fastidio, che molti colleghi internazionali definiscano questi fatti con la locuzione 'italian job'. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un 'socialist job'. Riguarda una famiglia politica ma non l'Italia. Va difeso l'orgoglio e l'onore della nazione che rappresento dagli attacchi. Le responsabilità sono trasversali".
Quanto ai voucher, "dobbiamo fare attenzione a un mercato del lavoro profondamente cambiato, non c'è più solo il tempo indeterminato. Ci sono lavoratori che hanno necessità diverse, penso ai voucher, una vicenda che riguarda alcune tipologie di lavoratori. Credo che sia meglio normarle, diversificando tipologie contrattuali e facendo controlli, piuttosto che rischiare che quel lavoro sia fatto in nero".
Importante anche il passaggio sulle intercettazioni: "Sono uno strumento straordinario a disposizione della magistratura, ma ne va limitato l'abuso. Penso a quel corto circuito nel rapporto fra intercettazioni e media, con intercettazioni senza rilevanza penale che sono finite sui quotidiani solo per interesse politico. Non credo sia giusto in uno stato di diritto. Abusi ci sono stati e vanno corretti".
Quindi sull'energia: "Siamo in una situazione di grande emergenza: i provvedimenti energetici costano mediamente cinque miliardi di euro al mese. Il tetto del gas può cambiare il quadro, una parte di risorse potrebbe liberarsi per altri provvedimenti".
Infine l'Iran: "Ciò che sta accadendo per noi è inaccettabile, non intendiamo tollerarlo oltre. Se queste repressioni on dovessero cessare e non si dovese tornare indietro, l'atteggiamento dell'Italia cambierà. Come, sarà oggetto di una interlocuzione a livello ineternazionale. Sono stata colpita dalla storia di questa campionessa di scacchi che ha deciso di partecipare al mondiale togliendosi il velo al cospetto del mondo. Mi ha fatto riflettere. Siamo abituati a gesti simbolici ma, di solito, i nostri non hanno conseguenze potenzialmente così gravi come quelle che potrebbe avere questo". Il riferimento è a Sara Khadim al-Sharia, che ha partecipato ai mondiali di scacchi di quest'anno in Kazakhstan senza indossare il velo.