Il governo dell'Uruguay ha deciso di estendere per un altro anno l'aiuto economico concesso a sei ex prigionieri di Guantanamo Bay accolti come rifugiati nel dicembre del 2014, in base a un accordo tra l'amministrazione americana e l'allora presidente Pepe Mujica. I sei, quattro siriani, un tunisino ed un palestinese, avevano, all'epoca dei fatti, tra i 30 e i 40 anni: furono arrestati in Pakistan nel 2002 perché sospettati di essere terroristi al soldo di Al Qaeda. Su di loro, però, non furono mai emesse condanne. E alla fine, dopo 12 anni di carcere, furono rimessi in libertà trovando, infine, accoglienza a Montevideo.
PERCEPIRANNO UN AIUTO ECONOMICO
Le autorità uruguaiane hanno reso noto che i rifugiati percepiranno uno stipendio minimo di circa 450 dollari fino al gennaio 2019. Il governo pagherà loro anche l'affitto e potrebbe mettere a disposizione i fondi per poter imparare un mestiere, cercare una "terapia psicologica" e studiare la lingua spagnola.
LE DIFFICOLTA' PER ADATTARSI
Allo stato, i sei rifugiati hanno fatto non poca fatica ad adattarsi. Due di loro lavorano in un garage dove percepirebbero uno stipendio basso. Un altro insegna inglese e arabo e un quarto vende cibo mediorientale. Gli altri due sono disoccupati. Uno, in particolare, ha anche seguito un corso per imparare a guidare un escavatore, ma non è riuscito a trovare lavoro.