Di STEFANO CASINI
Quante volte abbiamo raccontato la storia dell'eroe dei due mondi e perché lo hanno battezzato cosí!!??.... tutte storie di un grande condottiero che ha sempre lottato, cercando di portare nel nostro paese e a molti altri, la libertá di pensiero, tant'é vero che, proprio in Uruguay, la data del 20 Settembre, quando Garibaldi liberó Roma, è stata ufficialmente dichiarato "El día de la Libertad de Pensamiento".
La storia del grande Beppe, in linea generale, la conosciamo.
Giunse a Montevideo nell'anno 1841, dopo aver combattuto per la libertá della zona di Farroupilha nello Stato brasiliano di Rio Grande do Sul, dove conobbe la sua compagna di vita e la madre dei suoi figli Ana Maria de Jesus Ribeiro, per la storia, semplicemente Anita. Con lei ebbe, nella capitale uruguaiana i suoi figli "legittimi"(ricordiamo che, a quell'epoca, i condottieri lasciavano figli ovunque andassero. Anche per questo, il cognome Garibaldi è moldo diffuso in tutto l'Uruguay).
Il suo primo contatto fu con l'allora Presidente di una Repubblica divisa in due grandi partiti sempre nemici: il Partido Colorado e il Partido Blanco. Il Presidente era il Colorado Generale Fructuoso Rivera che aveva, come suo acerrimo nemico, il Blanco Manuel Oribe.
L'Uruguay era giá uno stato costituito, anche se ancora non assestato del tutto. Esisteva il pericolo che l'Argentina s'impossessasse della República Oriental del Uruguay, per far parte de "las provincias unidas del Rio de la Plata", come voleva anche il Generale José Gervasio Artigas che, appunto per non pensare né come Rivera, né come Oribe, se n'era andato via da Montevideo nel 1815, ossia 10 anni della firma della Prima Costituzione.
Oribe voleva appunto aderire alle Provincas Unidas che implicava, tuttavia, una forma molto diversa di governo. Rivera voleva, assolutamente, uno STATO LIBERO E INDIPENTENTE e non una provincia. Per questo Oribe chiese aiuto proprio a Rosas per combattere contro Rivera, che convinse Garibaldi di far parte del suo bando.
Per molti vecchi "blancos", ancora oggi,Garibaldi è considerato un mercenario al servizio di Rivera ma, in realtá, aiutava Rivera perché vedeva in Oribe e l'Argentina, nemici che non accettavano uno Stato Indipendente. Garibaldi, che dal 1842 fu nominato dal Presidente Rivera, Ammiraglio delle Forze Navali uruguaiane, dopo aver ottenuto la vittoria su Oribe grazie al suo aiuto, regaló all'eroe 1000 mucche che mai accettó. Difronte all'insistenza di Rivera di dare lui un grande premio, Beppe decise di regalare tutta la carne ai combattenti che lo avevano aiutato e alle famiglie di quelli che erano morti in guerra. Visse sempre in una casupola che oggi è il suo Museo nella Ciudad Vieja, con Anita e i suoi figli, con pochissimo spazio e ricevendo soltanto tutto ció di cosa aveva bisogno, ma senza stipendio che non aveva mai chiesto. In Uruguay diventó Massone aderendo alla Loggia Les amis de la patrie" nel 1844.
Altra storia poco conosciuta è quella di Garibaldi in altri paesi come, per esempio, l'Inghilterra.
"Non c'è caso in cui l'apparizione di un personaggio pubblico in Gran Bretagna, nativo o straniero, abbia prodotto un entusiasmo più profondo o più universale".
Così parlava di lui l'inviato a Londra del New York Times l'arrivo a Londra, il 16 aprile 1864. Parlava di un italiano cinquantenne, aria carismatica, una barba che gli ornava il viso e un vistoso poncho rosso.
In un'altra cronaca dell'evento, un giornalista del quotidiano The Guardian scrisse: "migliaia di persone si sono radunate nel centro della capitale britannica per vedere questo popolare personaggio, acclamando il suo nome: Gaaribaldi! Garibaldi forever!"....Pensare che la carrozza che trasportava il generale dalla stazione ferroviaria di Nine Elms alla residenza dei Lancaster, dove era ospite d'onore del Duca e della Duchessa di Sutherland, impiegò più di cinque ore per percorrere la distanza di meno di quattro chilometri per via della folla che non la lasciava passare gridando il suo nome, simbolo di vittoria.