Ieri, durante il Question Time in Commissione affari esteri, i deputati del PD eletti all'estero hanno interrogato il Ministro degli Affari Esteri sul riadeguamento salariale per i lavoratori a contratto della rete consolari, visto che la legge di bilancio ha dedicato a questi lavoratori pochissime risorse, inadeguate rispetto alle esigenze di mercato.
"Come eletti all'estero del Partito Democratico - ha dichiarato l'on. Di Sanzo che ha illustrato l'interrogazione a prima firma dell'on. Fabio Porta - abbiamo sottolineato la necessità di incrementare la retribuzione annua dei lavoratori a contratto presso le nostre sedi diplomatico-consolari all'estero, sia in relazione alle condizioni del mercato di lavoro locale, sia a quelle della situazione di crisi in cui ci troviamo. Un problema che non riguarda solo i contrattisti, ma i servizi consolari per i nostri connazionali all'estero. Le sedi consolari stanno infatti affrontando gravissime carenze di personale, a causa dei salari troppo bassi rispetto alle condizioni di mercato, impedendo un'offerta di servizi al cittadino adeguata con la domanda".
Il Sottosegretario agli affari esteri Giorgio Silli, rispondendo all'interrogazione, ha assicurato che ai fondi attuali saranno aggiunti i risparmi derivanti dai capitoli di gestione del Maeci, sulla base dei quali verranno esaminate le richieste provenienti dalle ambasciate e dai consolati, nella prospettiva di un impegno della Farnesina a salvaguardare il reddito del personale a contratto.
"Si tratta di una disponibilità importante ma, vista la congiuntura inflazionistica a cui si aggiunge un cambio sfavorevole rispetto al passato, soprattutto in alcuni paesi come Stati Uniti, Canada, Svizzera e Australia, sarà necessario continuare a fare i massimi sforzi e tenere alta l'allerta per garantire servizi consolari adeguati ai nostri concittadini", ha dichiarato nella sua replica l'on. Christian Di Sanzo.
I deputati PD, prendendo atto della risposta del governo, chiedono che si preveda un adeguamento salariale automatico degli impiegati a contratto per consentire di risolvere la questione in maniera definitiva e, nel contempo, garantire la salvaguardia degli servizi consolari.
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