È stato un Angelus molto sentito quello di oggi per Papa Francesco, che con le sue parole ha cercato come ogni domenica di esprimere la sua vicinanza a tutte quelle realtà che in questi giorni stanno soffrendo per la via della guerra e a causa di catastrofi naturali. Il pensiero è andato quindi subito alla Turchia e alla Siria e in particolare a tutte quelle migliaia di persone che hanno trovato la morte sotto le macerie e tutti coloro che hanno perso la casa o più in generale, tutto. il Papa ha voluto mostrare vicinanza concreta inviando aiuti materiali tramite l'elemosiniere pontificio, il cardinale Konrad Krajewski. Sul territorio è invece in missione, da venerdì 17 fino a martedì 21 febbraio, il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, monsignor Claudio Gugerotti, per esprimere solidarietà a feriti e sfollati ma anche per incontrare i vescovi e gli operatori delle agenzie impegnate negli aiuti."Carità concreta per chi soffre per guerre e terremoti”, ha infatti detto il Pontefice visibilmente colpito non solo dai 46.000 morti del terremoto del 6 febbraio ma anche per quello che sta accadendo nelle ultime ore nella lontana Nuova Zelanda. Un tornado chiamato dagli esperti “Gabrielle” ha infatti causato morti, feriti, dispersi ed enormi danni alla produzione agricola e alle infrastrutture del territorio. “L’amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare dalle situazioni di chi è provato. Penso specialmente alla Siria e alla Turchia, alle tantissime vittime del terremoto, ma pure ai drammi quotidiani del caro popolo ucraino e di tanti popoli che soffrono a causa della guerra, a motivo della povertà, della mancanza di libertà, delle devastazioni ambientali”, ha spiegato il Santo Padre.