di Enrico Pirondini
Guerra in Ucraina, Putin minaccia l'Apocalisse agitando le spettro del nucleare. Biden gli ha risposto da Varsavia che tutto l'Occidente è al fianco della Ucraina che resiste "forte, orgogliosa, libera".
Lo scontro a distanza tra lo zar ed il presidente USA fa pensare ad una escalation inarrestabile. In realtà gli analisti di Politica internazionale – in testa Giorgio Cella, Università Cattolica del Sacro cuore – sostengono che sono pronti quattro scenari per la fine della guerra. Quattro piattaforme di pace che fungeranno da testa di ponte per i futuri negoziati. Eccoli.
PIANO DI KIEV – Il presidente Zelensky ha presentato un piano di pace in 10 punti che pone condizioni stringenti per il Cremlino. In sostanza Kiev vuole ristabilire i confini antecedenti all'invasione, compreso il Donbass. Crede nella vittoria entri l'anno. Lo ha detto anche martedì 21 a Giorgia Meloni, arrivata a Kiev in treno per un bilaterale e per visitare le aree più colpite ( BUCHA, Irpin).
PIANO DI MOSCA – Lo zar minaccia fuoco e fiamme. È il segnale di una chiara difficoltà militare dei russi che al tavolo delle trattative punteranno a tenersi stretti il Donbass e la Crimea invasa nel 2014. Non sono esclusi compromessi. Proseguono tuttavia i test nucleari.
PIANO USA – L'Occidente a trazione statunitense è impegnato in una azione di logoramento delle forze russe sul campo e di contenimento "delle ambizioni revansciste e neoimperialiste condotte da Mosca". Il piano prevede un ritorno dell'Ucraina nei suoi confini originali.
PIANO CINA – Pechino sornione ha proposto un piano in 12 punti per uscire dalla crisi. In realtà tutti ritengono che il presidente Xi consideri questo conflitto un vantaggio strategico per il suo Paese perché ritiene che gli Stati Uniti stiano concentrando le loro forze dall'Asia Pacifico al Vecchio Continente.
Di più: la Cina, si sa, è una potenza economica globale. Dunque non ha interesse ad avere un prolungamento eccessivo del conflitto che indebolisce l'economia globale. Xi aspira ad essere arbitro per un futuro negoziato di pace. Bene. Ma a che prezzo? Taiwan?