di Matteo Forciniti
Con code chilometriche alle frontiere, l’Uruguay sta vivendo pienamente la settimana Santa di Pasqua, un periodo di vacanza vissuto in modo del tutto particolare e all’insegna del viaggio: sembra un vero e proprio esodo quello che si sta vivendo in questi giorni con 210mila uruguaiani già in partenza per l’estero per una cifra destinata inevitabilmente a crescere nelle prossime ore. A partire dallo scorso fine settimana Montevideo ha cominciato progressivamente a svuotarsi fino a diventare una città silenziosa e irriconoscibile in questa seconda parte della settimana. Oltre all’opzione di andare all’estero -soprattutto l’Argentina, molto economica grazie al cambio- l’opzione assai diffusa in questi giorni è quella di approfittarne per il turismo interno andando alla scoperta delle bellezze del Paisito tra natura, spiagge, terme e relax.
Per capire la particolarità dello spirito della Pasqua in Uruguay dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e risalire al 1919. Al Governo c’è José “Pepe” Batlle y Ordóñez, artefice di numerose leggi sui diritti civili per una nazione considerata all’avanguardia sotto tanti aspetti. È in questo periodo che viene approvata la “Ley de feriados” (giorni festivi), nella quale le principali celebrazioni cristiane cambiano nome. La semana Santa diventa semana de Turismo e da allora è rimasta questa definizione. Questa misura, d’altronde, si inserisce all’interno di un lungo processo di laicizzazione della Repubblica che ha portato in poco tempo il piccolo paese sudamericano a sperimentare una delle più riuscite separazioni tra Stato e Chiesa al mondo. Come ci dice la stessa parola “Turismo”, la festività cristiana ha un’interpretazione del tutto particolare sulla sponda settentrionale del Río de la Plata dove il carattere religioso è quasi assente. Tutto il paese si riempe di molteplici eventi: feste, spettacoli musicali, eventi culturali, competizioni, caccia, camping e natura. È una festa dalle mille sfaccettature.
C’è abbastanza ottimismo su questo ultimo tratto di alta stagione nelle previsioni della Cámara Uruguaya de Turismo (Camtur) che segnala un’alta occupazione specialmente nel lungo fine settimana, da giovedì a domenica, in quasi tutto il paese specialmente su tutta la costa da Colonia a Rocha. Il livello di occupazione però non garantisce sempre un buon guadagno dovuto al valore del dollaro e il suo cambio con il peso uruguaiano, più basso rispetto al passato.
Molteplici sono le proposte che in questi giorni offrono i vari dipartimenti dell’Uruguay all’insegna della diversità. La celebrazione più antica è la Semana Criolla del Prado a Montevideo che si organizza dal 1925 e conta con spettacoli equestri, esposizioni artistiche e degustazioni di cibi tra cui l’immancabile asado, ossia la carne alla brace. Quest’ultimo piatto -emblema della gastronomia rioplatense- è abbastanza simbolico e si scontra chiaramente con la tradizione cristiana di non mangiare carne durante i venerdì della Quaresima. È anche vero però che tra il giovedì e il venerdì si assiste al maggior consumo di pesce durante l’anno ma questa volta l’offerta rischia seriamente di non bastare in base all’allarme lanciato dalla Cámara de Industrias Pesqueras del Uruguay.
Tornado agli appuntamento più importanti della settimana Santa un’altra celebrazione molto partecipata è la Semana de la Cerveza. A Paysandú, nel nordovest del paese, da cinquantasei anni c’è una festa speciale dedicata alla birra: la località viene presa d’assalto da tantissimi giovani che vengono a divertirsi e a godersi molteplici concerti di musica, soprattutto rock.
La musica continua ad essere la grande protagonista anche a Treinta y Tres, dipartimento del nordest, con il Festival del Olimar. Nato come un movimento musicale di resistenza alla dittatura nel 1972, con il ritorno della democrazia nel 1985 è diventato il “Festival del Reencuentro a Orillas del Olimar”, ossia un sulle sponde del fiume dove suonano solo artisti nazionali.
L’offerta pasquale si conclude con la Vuelta Ciclistica, il famoso giro in bicicletta che in Uruguay ha anche un detto molto popolare secondo il quale l’anno inizia davvero solo quando arriva l’ultimo ciclista. Il riferimento è al fatto che con questa competizione si concludono i lunghi mesi di vacanza estivi.