Un esempio di fair play che arriva dalla scherma. Un altro, dopo quello di Mariaclotilde Adosini, la spadista che in coppa del mondo U.20 in Francia ha rinunciato alla vittoria contro una rivale francese, accettando la ripetizione dell'assalto per errore arbitrale.
Stavolta, protagonista sempre la spada, nella finale femminile dei Campionati italiani Under 23 a Vercelli. L'incontro metteva in palio anche un posto agli Europei di Budapest, e si sono trovate di fronte Gaia Traditi delle Fiamme Oro ed Emilia Rossatti dell'Accademia Bernardi Ferrara. È un match lungo, che si prende tutti i 9 minuti effettivi e la Traditi, favorita alla vigilia, lo conduce sul 12-9 quando, a 17 secondi dalla fine, mentre indietreggia per tenere la pressione dell'avversaria che tenta la rimonta, frana in terra su un appoggio del piede. E in quell'istante sente la caviglia girarsi. La Rossatti è la prima a correrle incontro, mentre la rivale piange, a terra. Il regolamento dà 5 minuti di tempo per l'intervento medico.
Poi la poliziotta si rialza, reggendosi in piedi a fatica, ma la rivale al "pronte, a voi", indietreggia mentre gli applausi del pubblico accompagnano i secondi che scorrono. Poi all' "Alt, tempo scaduto", l'arbitro Francesca Calabrò annuncia il verdetto. È finita 12-9. Lo stesso punteggio dell'attimo dell'infortunio di Gaia Traditi. "L'amicizia vale più della vittoria", e' la celebrazione della federscherma.
"Non provare a vincere, dinanzi a un'avversaria, ch'è prima di tutto un'amica, infortunatasi, è la cosa più giusta che ho pensato di fare, e la rifarei altre mille molte", il commento di Rossatti, prima di andare sul podio e abbracciarsi con l'amica rivale, alla quale non ha voluto 'sottrarre' un titolo ampiamente meritato. Anche il presidente Fis, Marco Azzi, presente, ha ringraziato Rossatti. "Non so come ringraziarla", ha detto Traditi, che rischiava di peggiorare le sue condizioni fisiche.