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A Fontanelice, in provincia di Bologna, è crollata una casa a causa di una frana: un uomo di 78 anni, che abitava nell'abitazione, è stato trovato morto.

A quanto si apprende, non risultano altre persone disperse nella zona del crollo. L'altra persona che in un primo momento si supponeva potesse trovarsi in casa insieme alla vittima era, infatti, da un'altra parte. E un uomo di oltre 80 anni è morto in mattinata a Castel Bolognese (Ravenna), travolto dalle acque del Senio esondato. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo sarebbe andato in bicicletta in una strada che era stata chiusa per precauzione e sarebbe morto annegato. I carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti. "E' una situazione molto difficile, è crollato un pezzo di argine e abbiamo evacuato una frazione predisponendo il palazzetto per l'accoglienza", ha detto all'ANSA Luca Della Godenza, sindaco di Castel Bolognese. "Abbiamo chiuso le scuole per precauzione - prosegue il sindaco - e ci sono grossi disagi agli spostamenti per lo stop dei treni e per l'acqua che ha invaso la via Emilia".

"Siamo particolarmente preoccupati per l'area metropolitana - ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore -. Il quantitativo di pioggia caduto è molto elevato, bisogna prestare molta prudenza. Nonostante i disagi dobbiamo continuare a monitorare e lavorare".

La premier Giorgia Meloni "segue l'evoluzione del maltempo che ha colpito in particolare l'Emilia Romagna - riferisce Palazzo Chigi in una nota -. Meloni è in costante contatto con le autorità, ha chiamato il ministro Nello Musumeci, il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, a cui ha manifestato solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio". E proprio Curcio si sta recando nelle zone colpite per incontrare le autorità locali e fare il punto sulle attività di protezione civile in corso. Anche un team di funzionari del dipartimento della Protezione Civile è in partenza per dare supporto al sistema di protezione civile regionale. Il dipartimento continua a seguire l'evoluzione dei fenomeni in continuo contatto con il territorio.

"Ho sentito al telefono la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ringrazio per la vicinanza che ha espresso all'Emilia-Romagna e alle comunità colpite - ha detto il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini -. Insieme alla vicepresidente Irene Priolo, siamo in contatto costante con il Governo e la Protezione civile, e siamo già al lavoro per chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale: faremo tutto ciò che serve per garantire assistenza e sostegno alle persone coinvolte, per i danni e le conseguenze del maltempo che si è abbattuto sulla nostra regione, in particolare la Romagna". "Abbiamo assistito a un'ondata di maltempo che non ha precedenti storici per la pioggia caduta ininterrottamente in 48 ore". "Mi ha chiamato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - ha detto poi Bonaccini -, si è informato sulla situazione e ha espresso vicinanza alle popolazioni colpite, a tutti i sindaci, ai volontari e alla protezione civile".

Il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci ha firmato il decreto "per disporre la mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile a supporto dell'Emilia-Romagna". Lo afferma lo stesso ministro sottolineando di aver così "accolto la richiesta del presidente di quella Regione a seguito degli eventi calamitosi che hanno colpito in particolare nelle ultime 48 ore le province di Bologna, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna e Ferrara". Per fronteggiare la situazione, prosegue Musumeci, "il Dipartimento assicura il coordinamento dell'intervento del servizio nazionale della Protezione civile, a supporto delle strutture regionali. Al tempo stesso, desidero esprimere il cordoglio mio personale e del governo alle famiglie delle vittime coinvolte in questa ennesima tragedia".

Al momento, causa esondazioni, le persone evacuate su tutta la provincia di Ravenna sono circa 450, perlopiù concentrate verso i confini con l'Imolese. In molti centri sono stati predisposti palazzetti dello sport, palestre e altre strutture per l'accoglienza.

Ed è stata sospesa in mattinata la circolazione ferroviaria in alcune zone: fra Faenza e Forlì (linea Bologna-Rimini), Russi e Lugo (linea Bologna-Ravenna), Russi e Granarolo (linea Faenza-Ravenna) e fra Lavezzola e Mezzano (linea Ferrara-Ravenna). La sospensione, hanno spiegato le Fs, è stata resa necessaria per l'innalzamento del livello di guardia dei fiumi Montone, Lamone, Senio e Santerno dovuto alle forti e prolungate piogge. Sul posto tecnici di Rfi in contatto con Prefettura e Protezione Civile. I treni in viaggio sono stati fermati nelle stazioni. 

La pioggia intanto ha smesso di flagellare le aree colpite dalle piene in Emilia-Romagna. Non piove più, infatti, nella pianura fra Bologna e Ravenna dove gli affluenti del Reno hanno rotto gli argini in più punti. Oltre a far defluire la piena il fatto che abbia smesso di piovere rende anche meno complicate le varie operazioni di protezione civile. Rimangono comunque gli appelli da parte dei Comuni (come quello di Russi dove il Lamone ha rotto gli argini) a non accedere per nessun motivo agli argini dei fiumi, sia per la pericolosità della potenza dell'acqua, sia per non intralciare eventuali soccorsi.

Conselice l'accoglienza è stata organizzata al Palazzetto dello Sport: "Ricordo che chiunque può portarsi al Palazzetto dello sport ed è bene che porti con sé una coperta", ha avvisato la sindaca Paola Pula.

Notte di intenso lavoro, quella trascorsa, anche per i vigili del fuoco di Forlì-Cesena. Decine e decine gli interventi provocati dalle forti piogge, con frane, smottamenti e allagamenti. Nei comuni di Dovadola e Modigliana è stato necessario evacuare 12 persone. Particolarmente delicata la situazione nel bacino del fiume Tramazzo, dove a causa di diverse frane è stato necessario intervenire su numerose strade e sulle linee elettriche. Problemi anche a Predappio alta a causa dei danni provocati da una frana alla conduttura del gas, causando l'interruzione dell'erogazione.