Il presupposto del pluralismo è l’indipendenza dei giornali dal potere esecutivo. L’informazione ha, infatti, la funzione specifica di raccontare i fatti e dare spazio alle opinioni e non può, in alcun modo, essere condizionata dalla benevolenza del Governo di turno o dei suoi rappresentanti pro tempore. La vicenda della contrapposizione tra alcuni giornali editi e diffusi all’estero, “Gente d’Italia” in Uruguay e “Allora!” in Australia, e le competenti autorità diplomatiche italiane è argomento che merita grande attenzione. La dialettica e la contrapposizione tra giornali e istituzioni sono elementi essenziali in una democrazia. Ma nel momento stesso in cui a un ambasciatore o a un console viene rimessa la decisione sul futuro di un giornale, il giornale stesso non ha più alcuna funzione. Perché per andare avanti deve essere accomodante, prono, deve cercare la benevolenza del potere, che diventa presupposto della stessa esistenza. Come detto, urge una riflessione seria ed immediata della politica sul sistema di sostegno ai giornali italiani editi e diffusi all’estero perché mai come in questo momento l’autonomia della stampa non può essere messa in discussione anche con atteggiamenti arroganti di alcuni esponenti del corpo diplomatico che non accettano l’esercizio del libero e sacrosanto diritto di critica. L’auspicio è che la stessa politica trovi il tempo di occuparsi di un argomento così delicato senza dover essere costretta a farlo dall’ennesimo richiamo della Corte Costituzionale su un principio che appare elementare alla luce della nostra Carta fondamentale.
Federazione Italiana Liberi Editori
Il presidente
Roberto Paolo