di STEFANO CASINI
Jorge Guidobono ci ha lasciati. Anche se a lui piaceva tanto che i suoi connazionali lo chiamassero Giorgio è nato a Montevideo il 3 febbraio del 1950. Figlio di uruguaiani, nipote del nonno lombardo che, come ha sempre sostenuto, è stato colui che gli ha inculcato le tradizioni ed i costumi italiani.
Ha lavorato molti anni come impiegato pubblico uruguaiano nel Ministero dell’Agricoltura, ed é sempre stato vicino alla comunità italiana.
Ci siamo conosciuti una trentina di anni fa, quando ancora la collettività esisteva, quando ancora c’erano le Giornate degli Italiani, le grandi feste, i primi Comitati (COEMIT). Sempre vincolato all’Ass. Lombarda Giorgio ha lavorato con assiduità, non soltanto per i suoi corregionali, ma ha avuto una forte partecipazione politica a partire dell’esistenza del voto per gli Italiani all’Estero, dal 2006.
Ha partecipato, come collaboratore, in tutte le campagne elettorali del centro destra. Ammiratore personale di Silvio Berlusconi e di Alleanza Nazionale, in ogni caso, come altri grandi della comunità (Costanzelli o Benini), ha avuto anche un’amicizia con il più grande parlamentare di destra per gli italiani all’estero: Mirko Tremaglia, colui che, per 50 anni ha combattuto per i nostri diritti, ottenendo due leggi fondamentali come l’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) e, finalmente, al principio del XXI secolo, il voto: finalmente, soltanto nel 2006 è entrato in vigore e, da quel momento, Giorgio Guidobono, ha lavorato assiduamente per le campagne elettorali del centro-destra con connazionali come il suo intimo e giovane amico Bruno Boschiero.
Da quando ci siamo conosciuti é subito nata un’amicizia che, ovviamente, andava molto piú in lá della politica (anzi, molte volte scontravamo), perché, in quello, non eravamo d’accordo. Ma il rispetto e l’amore di connazionali, non è mai mancato, anzi, ha anche lavorato sodo per il nostro caro giornale e ci ha difeso a spada tratta sempre. Ha anche, di sua iniziativa, raccolto un migliaio di firme in favore di GENTE D’ITALIA che abbiamo regolarmente pubblicato.
Giorgio Guidobono, forse, a livello di collettività in generale, non era molto conosciuto. Aveva un profilo bassissimo. Ricordo il giorno che il COMITES attacco GENTE D’ITALIA mi chiamó e mi disse: “Stefano, ti giuro che oggi, quasi quasi, sento vergogna di essere italiano, perché, come tu sai, mi sento italiano!!! Avere un COMITES e un ambasciatore che odiano la libertá di stampa, mi fa sentir male, mi fanno schifo”.
Giá, nel precedente tentativo dell’ambasciatore di farci fuori perché non gli conveniva che parlassimo male del pessimo servizio della Cancelleria e perché avevamo, in qualche occasione, criticato le azioni del MAIE che poi, il COMITES si incaricó di correggere, Guidobono aveva raccolto di sua iniziativa quasi 500 firme contro la decisione dell’ambasciatore.
Poi, quando a principio dell’anno scorso, ci fu il patteggiamento COMITES-ambasciata, per eliminare GENTE D’ITALIA, Giorgio Guidobono mi chiamó e mi disse: “Stefano, dammi una mano a scrivere una bella lettera in Italiano, tu sai che non lo scrivo bene come te, per difendere il nostro giornale, cosí raccolgo altre firme!”.
Insomma, Giorgio Guidobono ci ha lasciato per via di una brutta malattia che lo ha martoriato per anni, l’EPOC, La stessa che si é portato via Alfredo Tortorella. Perché lo voglio ricordare? Semplicemente perché sono stati due grandi amici e due grandi italiani che hanno lavorato come pazzi per la nostra comunità.
Dobbiamo ricordare la sua simpatia, il suo eterno sorriso, il lavoro instancabile per la nostra collettività italiana. Dobbiamo ricordarlo proprio con un sorriso e, personalmente, sento un grande orgoglio per averlo conosciuto e per essermi battuto al suo fianco per tutti gli italiani in Uruguay.