Le forze di sicurezza in Iran hanno sparato contro alcune persone che stavano manifestando a Teheran in occasione del primo anniversario della morte di Mahsa Amini, la giovane che ha perso la vita dopo essere stata messe in custodia perché non portava correttamente il velo.
Lo si apprende da video pubblicati sui social media. Alcuni manifestanti sono stati arrestati nella capitale iraniana, nei pressi dell'Università di Teheran e di piazza Azadi. Gli agenti hanno impedito l'accesso ai cimiteri dove sono sepolti manifestanti uccisi negli scontri durante le dimostrazioni dello scorso anno.
Amjad Amini, il padre di Mahsa, morta esattamente un anno fa a Teheran dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto, è stato arrestato mentre lasciava la sua abitazione a Saqqez. Lo fanno sapere la ong 'Hengaw' e vari account di dissidenti iraniani sui social media. Nei giorni scorsi, con l'avvicinarsi dell'anniversario della morte della figlia e delle proteste antigovernative che esplosero subito dopo, l'uomo era stato messo sotto sorveglianza e gli era stato chiesto di non tenere cerimonie per commemorare Mahsa.
Dopo essere stato messo in custodia, l'uomo è stato rilasciato ma successivamente messo agli arresti domiciliari assieme al resto della famiglia, hanno fatto sapere attivisti sui social media. La casa della famiglia Amini a Saqqez è da ieri blindata dagli agenti. Nei giorni scorsi, Amjad Amini era stato convocato per almeno quattro volte dalle forze di sicurezza che gli hanno intimato di non rilasciare interviste e dichiarazioni e di non tenere cerimonie per la figlia nel giorno del primo anniversario della morte altrimenti sarebbe stato arrestato anche suo figlio Ashkan ma Amjad ha insistito ed espresso la volontà di commemorare Mahsa nel giorno dell'anniversario. Lo zio della ragazza morta un anno fa, Safa Aeli di 30 anni, era stato arrestato il 6 settembre e successivamente portato in una località sconosciuta.
Decine di arresti in Kurdistan in anniversario Mahsa
"Un certo numero di persone che stavano scattando foto e girando video di negozi e centri commerciali e volevano mandarli a media dissidenti all'estero sono stati arrestati dalle forze di sicurezza questa mattina". Lo ha dichiarato il vice governatore generale della provincia del Kurdistan iraniano Mehdi Ramezani. . "Gli arrestati, affiliati a gruppi terroristi anti rivoluzionari, stavano organizzando raduni a Marivan e Sanandaj e pianificavano sabotaggi", ha aggiunto il funzionario, come riporta Irna. Da questa mattina, sono rimasti chiusi per uno sciopero i negozi in varie località curde, tra cui Saqqez, la città di cui era originaria Mahsa Amini, la 22enne morta esattamente un anno fa dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto. Da giorni è stata segnalata una massiccia presenza delle forze di sicurezza in varie città del Paese, soprattutto a Teheran e nel Kurdistan iraniano mentre in varie città sono state denunciate interruzioni all'accesso a internet per impedire possibili proteste. Secondo attivisti dei diritti umani, almeno 91 curdi sono stati arrestati e centinaia interrogati nelle ultime due settimane. A Sarpol-e Zahab, nella provincia di Kermanshah, sette giovani sono stati arrestati per "azioni mirate ad incoraggiare il popolo a partecipare a proteste", in occasione dell'anniversario della morte di Mahsa, che lo scorso anno provocò un'ondata di dimostrazioni antigovernative in molte città del Paese che andarono avanti per mesi.