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di BRUNO TUCCI

Pensate un po’: come ogni anno alla vigilia delle feste c’è chi vuole abolire il Natale. Non è uno scherzo pari a quello di cui è stata vittima Giorgia Meloni.

Assolutamente no, qualcuno ne è convinto perché in tal modo per via della globalizzazione è bene non offendere nessuno, insomma i non credenti. Si sa da tempo immemorabile: il Natale è una festa cristiana, è nel nostro dna, siamo cresciuti con questa ricorrenza, è una identità irrinunciabile in cui tutti noi crediamo.

Noi chi? I cattolici, i cristiani, cioè la quasi totalità degli italiani. Contro una esigua minoranza che oggi si inventa qualcosa pur di apparire.

Eppure alla incredibile iniziativa qualcuno crede con forza perché ormai il mondo non è una piccola isola, ma una sfera nella quale si vive un po’ tutti senza distinzioni di sorta. Si viaggia, si emigra in cerca di fortuna, si va via dal proprio paese in cerca di un futuro migliore. Allora, bando al Natale, chiamiamolo più genericamente “festa dell’inverno”.

Possibile? Si, lo è, tanto è vero che in un istituto scolastico di Fiesole (siamo in Toscana) l’idea si è concretizzata con un convegno a cui, per fortuna, ha partecipato  un numero irrilevante di persone.

Se qualcuno anni fa avesse minimamente pensato una cosa del genere sarebbe stato preso per folle. Oggi qualcosa è cambiato, non lo si può negare, ma non per questo si deve rinunciare a chiamare il Natale, “Natale e basta

A noi che non siamo più bambini, l’idea non ci sembra solo balzana, ma fuori da qualsiasi ragionamento. Abbiamo vissuto aspettando il Presepe, l’albero con sotto i regali, l’arrivo dei re Magi, la Befana che scendeva dal tetto portando giocattoli ai più buoni e cenere e carbone ai più irrequieti (non li definiamo cattivi). 

Se qualcuno anni fa avesse minimamente pensato una cosa del genere sarebbe stato preso per folle. Oggi qualcosa è cambiato, non lo si può negare, ma non per questo si deve rinunciare a chiamare il Natale, “Natale e basta

A noi che non siamo più bambini, l’idea non ci sembra solo balzana, ma fuori da qualsiasi ragionamento. Abbiamo vissuto aspettando il Presepe, l’albero con sotto i regali, l’arrivo dei re Magi, la Befana che scendeva dal tetto portando giocattoli ai più buoni e cenere e carbone ai più irrequieti (non li definiamo cattivi).