Manovra: Tria cede. Passa la linea Salvini- Di Maio. Dopo giornate di summit ad alta tensione, proseguiti fino a ieri sera, nella giornata del varo della nota di aggiornamento del documento di economia e finanza su cui verrà edificata la legge di Bilancio i due vicepremier hanno sfondato l'argine sul deficit che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, aveva tentato di difendere a tutti i costi.
RAPPORTO DEFICIT-PIL FISSATO AL 2,4%
Il rapporto deficit-Pil è stato fissato al 2,4% nel 2019 e non, come avrebbe voluto Tria, all'1,6%. Significa che per le coperture si ricaveranno circa 15 miliardi in più. Al termine dell'ultimo vertice e con il consiglio dei ministri è uscita una nota congiunta di Di Maio e Salvini che cantavano vittoria: "accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento". Subito sotto Palazzo Chigi si è riunito un gruppo di parlamentari grillini con le bandiere del Movimento in attesa che scendesse il loro leader per festeggiare quella che il Movimento chiama "la manovra del Popolo".
DI MAIO URLA: "CE L'ABBIAMO FATTA!"
Un Di Maio affacciato al balcone della sede del governo urlava: "ce l'abbiamo fatta!", venendo accolto da un coro "Luigi, Luigi". E' stato lo stesso leader pentastellato a sottolineare l'incasso per i Cinque Stelle: "10 miliardi al reddito di cittadinanza, le pensioni minime a 780 euro", e anche misure per i "truffati delle banche, che saranno risarciti con un Fondo ad hoc di 1,5 mld". Salvini ha invece rimarcato il bottino di marca leghista: "tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell'Iva".
SI BRINDA AL SUPERAMENTO DELLA FORNERO
Entrambi hanno brindato al "superamento della legge Fornero". La soglia di deficit-Pil del 2,4% per il 2019 su cui il governo ha raggiunto l'intesa nel 2019, secondo quanto si apprende, sarà scritta nero su bianco nella tabella del quadro macroeconomico della Nota di aggiornamento al Def. E' stata dunque esclusa l'ipotesi secondo cui il deficit possa salire fino al 2,4% in Parlamento inserendo nella Nadef una cifra più bassa.
MERCATI E SPREAD
E i mercati e lo spread? "Sono giorni che si parla del 2,4%" del rapporto deficit-Pil "e soprattutto in questo 2,4% ci sono molti investimenti che faranno crescere l'economia con una manovra espansiva, del Popolo" e "ci impegniamo a tenere in equilibrio questo 2,4%, non vogliamo mandare fuori giro i conti e infatti daremo delle garanzie precise per cui assolutamente il 2,4% è quello che porteremo avanti anche nel lavoro parlamentare", ha assicurato Di Maio.