Gli integratori di vitamina D in pillole non apportano alcun beneficio alla salute di ossa e muscoli. La brutta notizia è il risultato di uno studio condotto dalle equipe di Mark Bolland e Andrew Gray, dell'Università neozelandese di Auckland, e del professor Alison Avenell della scozzese Aberdeen University.
La ricerca, pubblicata su The Lancet Diabetes & Endocrinology, ha messo a confronto i dati inerenti a 81 sperimentazioni cliniche sull’integrazione di vitamina D a dosi sia basse che alte, ed è giunta alla conclusione - parole di Bolland - "che la vitamina D non previene le fratture, le cadute o migliora la densità minerale ossea".
Bisognerebbe cambiare le linee guida sanitarie, insomma, che invitano i pazienti malati di osteoporosi ad assumere integratori di vitamina D: "Sulla base delle prove esistenti - il giudizio di Bolland - riteniamo che ci sia poca giustificazione per ulteriori studi sugli integratori di vitamina D che esaminano gli esiti muscolo-scheletrici".
Benefici minimi sono stati riscontrati solo in pochi pazienti afflitti da osteomalacia, una forma di rachitismo. Ma allora, da dove prendere le giuste dosi di vitamina D, essenziale alla salute di ossa e muscoli? Attraverso l'esposizione alla luce solare, consumando olio di fegato di merluzzo, frattaglie, tuorlo d'uovo e pesce grasso.