di ENRICO PIRONDINI
Nuove parole crescono. La nostra lingua cambia, si trasforma, si semplifica per alcuni aspetti e si complica per altri.
“Si registra una crescita del nostro idioma”. Lo certifica l’Accademia della Crusca, la più vecchia del mondo (4 secoli di attività in difesa della nostra lingua).
LE TRE PAROLE DELL’ANNO
Femminicidio, guerra e social. Seguite da altri vocaboli molto gettonati come PNRR, emoticon, resiliente. Sparite parole come mesto, per dire triste; termine dantesco, ma oggi si legge meno la Divina Commedia. I vocaboli del 2023 così come registrati dal prof Paolo D’Achille, presidente della Accademia della Crusca. Eccoli.
1) FEMMINICIDIO – È una parola che sentiamo purtroppo sempre più spesso è che troviamo isolatamente nel tardo Ottocento quando per la prima volta si distingue l’uccisione di una donna da quella di un uomo”. Prima, dice D’Achille ,non esisteva; entra in vigore con casi isolati con la letteratura giallista.
2) GUERRA – Parola legata al concetto di barbarie. In origine era la parola latina” bellum“; poi, sconfitto l’esercito romano, la guerra la facevano i germanici, ossia i barbari. Non che i romani fossero buoni, ma la guerra dei Germani e’ azione di distruzione e basta. Cose che vediamo oggi in Ucraina e Striscia di Gaza.
3) SOCIAL – Alla Crusca dicono:” La parola social è una sorta di abuso perché viene dall’inglese social network, dove la parola importante è la seconda. E invece abbiamo finito per usare l’aggettivo social per indicare un insieme di contatti informatici di pagine, blog, reti sociali.” Ma le reti sociali sono anche ben altro: sostegno, assistenza, aiuti di vario tipo.
L’USO DELLE EMOTICON
Le faccine oggi molto usate ci riportano alla scrittura, prima della nascita della scrittura stessa ; cioè agli ideogrammi per rappresentare la cosa e non la lettera. Dilagano tutti i giorni nelle nostre chat. Vivacizzano il testo. Trasmettono stati d’animo o stati emotivi. Condensano concerti, emozioni, pensieri. Oggi sono a disposizione 1.800 faccine. La più usata? la faccina che ride con lacrime.
PNRR E RESILIENZA
Vocaboli che negli ultimi anni sono diventati addirittura di moda. Questi vocaboli inizialmente li usavano solo gli scienziati. Resilienza significa non solo resistenza ma la capacità di trarre nuova linfa dalle difficoltà. Quanto al Pnrr ( resilienza è al suo centro) l’utilizzo del termine è sempre più presente: è il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Vocabolo diventato di largo uso dal 2021, anno in cui l’Italia lo ha approvato per rilanciare l’economia dopo la pandemia di Covid -19. Piano finanziato con fondi europei.