a nostra è stata una scelta di responsabilità assolutamente legittima, altrimenti proseguiremmo con una fondazione 'monca' senza l'organo amministrativo e anche di conduzione artistica, più importante.
E questo costituirebbe un pregiudizio sia per il Teatro di Roma che per la stessa città che rappresenta". Così, all'ANSA, il vicepresidente del Teatro di Roma, Danilo Del Gaizo, dopo le polemiche e la spaccatura in Cda per la nomina del nuovo direttore generale della fondazione De Fusco. "Io mi auguro che prevalga la ragionevolezza e il buonsenso e che le parti si incontrino", sottolinea."Sulla legittimità della prosecuzione dei lavori ci siamo già espressi. Semplicemente si trattava della prosecuzione di una riunione deliberata all'unanimità dallo stesso consiglio di amministrazione, alla presenza di tutti i suoi componenti - ribadisce -. Evidentemente essendo la seduta aperta non c'era possibilità di differirla da parte di un singolo consigliere, fosse anche il presidente. Questo è il tema giuridico", precisa. "Il tema dell'opportunità è determinato dal fatto che la Fondazione non può funzionare senza un direttore generale. Questa è una cosa prevista dallo statuto e che è sempre stata messa in luce, anche nelle precedenti riunioni del Cda - aggiunge Del Gaizo -. Tanto più che occorre completare la programmazione da inviare al ministero". Dopo le parole del Campidoglio, andare oltre le discussioni? "Certamente - afferma -. Io mi auguro che prevalga la ragionevolezza e il buonsenso e che le parti si incontrino - risponde il vice presidente -, anche in Consiglio di amministrazione, per proseguire il processo di ordinata trattazione degli argomenti e di ordinata prosecuzione delle attività della Fondazione". "Credo che occorra parlarsi, ragionare e trovare un punto di incontro, questo me lo auguro e lo auspico - sottolinea Del Gaizo -. Ma non faccio una valutazione di ordine politico perché non mi compete".
Sulla questione interviene la segretaria del Pd Elly Schlein dopo che il suo partito ha annunciato un'interrogazione urgente al ministro della cultura Sangiuliano. "La destra al Governo, nazionale e regionale che sia, ha sempre e solo la stessa ossessione: occupare poltrone, promuovere gli amici, controllare attraverso i propri uomini le articolazioni del Paese. Quando questo si fa in sfregio alla cultura, significa che abbiamo superato il livello di allarme. Quanto è successo al Teatro di Roma inquieta e preoccupa anche per le circostanze di questo vero e proprio blitz". "Abbiamo superato il livello di allarme", rincara la dose Schlein.
"De Fusco non è un uomo della destra", per la sua nomina a direttore generale del Teatro di Roma "è stata fatta una scelta meritoria". Lo dice il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ospite di Zona Bianca su Rete4. "De Fusco - sottolinea il ministro rispondendo a una domanda di Giuseppe Brindisi sulle polemiche di queste ore - ha una grande esperienza. E quando era giovane ha avuto una militanza politica con il partito socialista. Non è di destra, è un esperto", ribadisce Sangiuliano, convinto che sia necessario "consentire a chi non fa parte dei circoletti prelaventemente romani di potersi esprimere in ambito culturale".