Indietro non si torna. L’Italia ha inviato a Bruxelles la nuova lettera in cui ha confermato, in gran parte, stime e saldi della legge di Bilancio, nonostante il pugno duro della Commissione Ue e la minacciata messa in moto della misura d’infrazione. In attesa della nuova replica europea, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha difeso la manovra, definendola “credibile e seria” mentre il problema della crescita, ha sottolineato, “è europeo e va affrontato insieme”. "L'Europa siamo noi – ha detto Tria - e lo sarà anche di più se dialoghiamo con convinzione per definire al strategia per governare le transizioni, sulle quali la nostra manovra offre una risposta diversa dal passato, ma non meno solida e meno credibile". L’esponente del governo ha poi garantito che "nella lettera all'Ue abbiamo “ribadito la nostra posizione in merito alla strategia che intendiamo seguire: proseguire il dialogo con la Commissione ma lavorare concretamente per rendere efficaci le misure disegnate, per supportare la nostra strategia”.
Il premier Giuseppe Conte, dal canto suo, ha già fatto sapere che parlerà “con Juncker perché non si avvii una procedura d’infrazione”. il governo ha “deciso, con una voce sola, di avviare questo dialogo in modo costruttivo, siamo convinti della nostra manovra, abbiamo fatto delle importanti correzioni nella risposta a Bruxelles negli interessi dell'Italia” ha precisato il premier. All'orizzonte, ha sottolineato ancora l’inquilino di palazzo Chigi: “non c'è alcuna correzione. Se ci sarà necessità di fare qualche ulteriore intervento per tutelare gli interessi dell'Italia lo faremo ma la manovra è quella”.
Nel frattempo il vicepremier Luigi Di Maio, contrattaccando alle accuse mosse ieri da Austria ed Olanda che invocavano la “stangata” per Roma, non le ha di certo mandate a dire. Vienna e L'Aja “ci chiedono una manovra lacrime e sangue che è esattamente l'opposto di quanto ci hanno chiesto gli italiani il 4 marzo. Noi andiamo avanti perché l'alternativa è massacrare ancora di più i pensionati, massacrare ancora di più disoccupati e massacrare ancora di più le imprese. L'alternativa non può essere questa” ha sbottato il leader pentastellato. Anche l’altro vicepremier Matteo Salvini è tornato a commentare la manovra dicendo che "i numeri che mettiamo saranno raggiunti e non mi pongo il piano B". Parlando da Napoli il ministro dell’Interno ha spiegato che "sulle privatizzazioni incasseremo anche di più. Abbiamo messo l'1%, abbiamo l'ambizione di fare quello che nessuno ha fatto. Abbiamo un patrimonio immobiliare inutilizzato. Non venderò mai pezzi di Eni o di gioielli di famiglia ma ci sono partecipazioni azionarie delle quali lo Stato potrebbe fare a meno".
Dall’Europa, infine, è arrivato il commento del ministro francese Bruno Le Maire che si è detto “rammaricato” del fatto che il governo italiano non abbia colto "la mano tesa" della Commissione europea sulla manovra. L’auspicio di Le Maire è che Roma dia "prova di responsabilità”.