Nelle ultime ore si registrano nuove tensioni tra il Venezuela e la Guyana dopo che la compagnia petrolifera statunitense Exxon Mobile ha annunciato di voler avanzare con la perforazione di due pozzi esplorativi nelle acque dell'Essequibo, territorio oggetto di contesa.
Caracas ha reagito alle recenti dichiarazioni del presidente della filiale della compagnia petrolifera statunitense in Guyana, Alistair Routledge, che quest'anno prevede la "perforazione di due pozzi esplorativi a ovest di Liza e Payara".
In una dichiarazione, il ministero degli Esteri "denuncia, davanti alla comunità internazionale, la dannosa campagna preparata e finanziata da Exxon Mobil, appoggiata" dal governo della Guyana, "contro l'obbligo costituzionale dello Stato venezuelano di stabilire una politica globale nelle aree di frontiera terrestre, insulari e marittime, per preservare, attraverso le Forze armate nazionali bolivariane, l'integrità territoriale, la sovranità nazionale e la difesa della Patria".
Nel documento si afferma che "le azioni di Exxon Mobil e del Governo della Guyana contravvengono ai principi fondamentali del diritto internazionale e costituiscono un'aggressione che mira a destabilizzare la regione, violando i recenti accordi" e "si aggiungono alla costante retorica provocatoria, accompagnata da dichiarazioni ricorrenti di portavoce del dipartimento della Difesa e del Comando Sud degli Usa, che si sono stabiliti permanentemente in Guyana".
Di fronte a questa situazione, il Venezuela si riserva "ogni azione diplomatica prevista dal diritto internazionale, per far valere i suoi diritti".