di FRANCO MANZITTI

Sondaggi, Renato Mannheimer, la sua sentenza viene ancora prima dei numeri. il grande sondaggista compare in un incontro pubblico con i suoi dati sempre precisi, ma anche sottili riflessioni sull’attualità stringente.  

“La politica italiana in questo momento è statica, quasi noiosa”, spiega il superesperto dei numeri elettorali. “C’è una prevalenza netta e consolidata del centro destra, mentre  la sinistra appare deteriorata, spaccata, incapace di di essere una alternativa.”

Poi vengono, nel racconto scientifico del sondaggista, una valanga di numeri, anche più di quelli abituali, insieme a un bel mazzo di giudizi sui leader politici: dal boom di consensi per Giuseppe Conte, all’inatteso successo di Antonio Tajani, in una Forza Italia che dopo Berlusconi sembrava destinata a estinguersi.

Il PD? Mannheimer lo chiama senza peli sulla lingua 6 Stelle…..

Una analisi profonda, seguita da un dibattito pubblico e un colpo di genio finale di Carlo Rognoni, che chiede in diretta all’Intelligenza Artificiale un programma per vincere le prossime elezioni europee. Risposta folgorante in dieci punti. Appunto un decalogo  artificiale, neppure troppo.

I NUMERI

Il Governo oggi ha un consenso del 44% dopo un anno di potere. Nella maggioranza ci sono segni evidenti di mancata unità. Un anno dopo l’esordio del proprio governo Conte aveva il 58 per cento e Draghi il 59, ma il primo aveva avuto la spinta della battaglia sul Covid, mentre il secondo era… Draghi, un super. Ma questo 44 % bisogna analizzarlo bene, perché se lo si declina cercando i voti dei giovani pro Governo scende al 39 e se lo si sposta sul Sud Italia diventa 36.

Soprattutto il sondaggio “meridionale” dovrebbe essere molto preoccupante per Meloni perché lì’ c’era la sua base più forte di consenso, secondo Mannheimer.

E i partiti, o cosiddetti tali, come li “misura” il sondaggista? Nel centro destra la Lega rispetto al governo ha un 20 per cento critico: vuol dire che lì c’è una spaccatura con Salvini scatenato a cercare una tattica che lo distingua e acchiappi voti…..che, però, non ci sono.

Ecco che allora Fratelli d’Italia è al 29, la Lega all’8, ben distante dal 10 auspicato e, sorpresa, Forza Italia al 7,5. Ma non doveva crollare dopo la morte di Berlusconi?

Mannheimer spiega la ragione: “Quel Tajani è bravo!”

E Renzi che sembra sempre galoppare al centro con gran vigoria e visibilità?

“E’ odiato dal 17 per cento degli italiani e nel suo ex Pd lo stima solo il 15.” spiega ancora il sondaggio.

Tornando alla Meloni la diagnosi è che la premier viva un conflitto nell’ equilibrare la sua identità politica molto marcata a Destra e il ruolo di governo, che deve essere moderato soprattutto verso l’Europa.

Il 49 per cento del suo elettorato la vuole più attaccata all’identità di Fratelli d’Italia, mentre il 46 la vuole come è adesso, in equilibrio.

Nella classifica dei leaders il sondaggio mette Giorgia al primo posto, Conte al secondo e Tajani al terzo, con buona pace di Salvini.

A sinistra la situazione è cristallizzata, con il PD intorno al 20 e i 5 Stelle al 17 ma, dice Mannheimer, “può succede di tutto!”

L’analisi di questa situazione nella quale non succede, invece, nulla, dice che mentre il Pd non detesta i 5 stelle è vero l’inverso: i pentastellati detestano i democratici.

Non solo: nel Pd il 67 per cento sostiene che Conte è bravo, mentre nei  5 Stelle solo il 43 per cento approva la Schlein. Potrebbe esserci un sorpasso tra i due partiti e movimenti della Sinistra?

Questa sarebbe la svolta, ma anche Mannheimer non la vede ancora.

Rispetto all’immigrazione  il 15 per cento del Pd chiede più rigore mentre solo il 4 per cento dei 5 Stelle è su quella strada. Ovviamente il 100 per cento pentastellato vuole il reddito di cittadinanza, che solo il 60 per cento Pd sostiene.

Una unione, una alleanza dell’opposizione per battere la Destra? La vogliono di più i dem che i pentastellati.

ELEZIONE EUROPEE  E ASTENSIONISMO

Un dato emerge chiaro:  il 63 per cento di tutto l’elettorato è contrario al fatto che i leaders si candidino per Bruxelles. Soprattutto non piace al grande popolo degli astenuti che i bigs corrano per portare voti a casa e per poi non farsi vedere sugli scranni europei.

L’81 per cento del PD non vuole la Schlein candidata e pensa che se si candidasse perderebbe un sacco di voti .

Di fronte alle domande dei sondaggi di Mannheimer gli indecisi viaggiano intorno al 46 per cento. Quindi gli astenuti sono un po’ dappertutto e soprattutto nel centro dello schieramento.

Anche perché l’”offerta” del centro rimane modesta e chi è indeciso, se  poi va a votare, sceglie la Destra.

Tutto il mercato dei voti si aprirebbe di fronte a una bella campagna elettorale, piena di contenuti e non solo fatta di propaganda.

Ma come può essere, nell’ottica di Manhheimer, una campagna  che tratta i temi giusti?

L’opinione pubblica è molto interessata all’economia, ma alla propria economia, non a quella generale del paese. La salute è considerata un tema centrale, molto più importante della sicurezza e, soprattutto, della polemica su fascismo e antifascismo che “non frega niente a nessuno”.

Mannhimer usa proprio questa espressione per calcare il giudizio che ha estratto dalle sue analisi numeriche. “Semmai, dice, c’è un po’ più di interesse per le discussioni sulla magistratura e sulle riforme che la riguardano.”

Sulla grande questione delle riforme istituzionali, sul premierato, che la Meloni vuole a tutti i costi “nessuno ci capisce niente”.

Sì, c’è un atteggiamento favorevole verso l’elezione diretta, per la quale il 68 per cento si esprime a favore, ma per il resto l’atteggiamento è : mi rimetto alle decisioni del mio partito o della mia parte.

Mannheimer non esclude che di fronte a un referendum istituzionale la Meloni potrebbe vincere.

SITUAZIONE INTERNAZIONALE

Si registra un atteggiamento di fiducia nell’Unione Europea, un 62 per cento è in questo solco e solo 1 su 3 non dimostra questa fiducia. Il 14 per cento vorrebbe, invece, uscire dall’UE, mentre il 44 per cento non vuole che nell’Unione entrino altri paesi.

Sulla guerra in Ucraina emerge una grande stanchezza e solo il 31 per cento vuole più armi per combattere quella guerra. Nel campione Pd è il 39 per cento che chiede un incremento di armamenti.

Per il Medio Oriente il sondaggio indica una unanime richiesta per far finire la guerra. Il 60 per cento chiede che Israele si fermi anche senza avere liberato gli ostaggi. E’ un genocidio quello commesso dai soldati di Netanyahu? Il 31 per cento dice di si.

Volando oltre Atlantico e passando al tema bruciante delle elezioni americane,  gli italiani sondati da Mannheimer voterebbero al 43 per cento per Biden e al 25 per cento per Trump. Nei Pd sondati il 29 per cento sono per Biden e nella Destra la stessa cifra per Trump. I 5 Stelle sono confusi.

CONCLUSIONI

Dopo che con un piccolo colpo di scena Carlo Rognoni, ex senatore e direttore de “Il Secolo XIX”, “Panorama e “Epoca”, ha chiesto dal suo telefonino all’Intelligenza Artificiale i suggerimenti per una buona campagna elettorale europea, scovando un vero decalogo comportamentale, Mannheimer sottolinea che il suo compito è stato quello di fornire numeri. “Non ho volato alto, spiega, perché partivo dalla situazione attuale”.

Qualcuno ha suggerito per la sinistra la proposta di soluzioni radicali?

“ Ricordo, aggiunge il sondaggista, che i 5 Stelle avevano cominciato così, poi sono andati al governo e non sapevano cosa fare!” E nonostante tutto oggi Giuseppe Conte è il più popolare dopo la Meloni. Perché lui contro il Covid si era comportato in modo efficaceManheimer