Cinquecento rispetto ai 780 che erano stampati sulla bandiera. Il calcolo del dimagramento viene da ambienti di governo, in particolare i consulenti proprio di Di Maio ministro del Lavoro. Non è dunque denigrazione delle opposizioni invidiose. Ed è in fondo un calcolo facile. L’importo reale del reddito di cittadinanza infatti è costruito con un meccanismo a scalare.
Dai 780 euro mensili per in single senza lavoro e disposto a seguire corsi di formazione professionale vanno scalati circa 200 se vive in una casa di sua proprietà. O ancora vanno scalati eventuali assegni di accompagnamento o indennità a vario titolo legate alla condizione di disoccupato o sostegni di erogazione comunale o regionale alla sia condizione di indigenza.
Fatti i conti, al Ministero contano un importo medio quindi di circa 500 euro mensili per cinque milioni di persone. Dimagrimento del reddito di cittadinanza che fa molto comodo al governo. Dimagrimento che consente di starci dentro con la spesa reale, dentro quegli otto miliardi previsti nella legge di Bilancio. Otto miliardi del tutto insufficienti se sono 780 al mese per cinque milioni di persone per 12 mesi. Già, l’altra condizione per farcelo entrare il reddito di cittadinanza negli otto miliardi è che non siano dodici i mesi del 2019 in cui viene erogato. Quindi da marzo, meglio aprile.
Dimagrimento necessario anche per la pensione a 62 anni con 38 di contributi, insomma quota 100 bandiera della Lega. Bandiera che non si ammaina ma che, appunto, si restringe. Il governo spera che nel 2019 in pensione a 62 anni ci vada molto meno del mezzo milione di italiani che in teoria ne avrebbe diritto. Si spera che molti di loro alla fine calcolino che non conviene. La pensione sarà infatti prima, prima dell’età che era prima: 62 e non 67 anni. Ma sarà di importo minore. Quanto minore ancora non è detto. Ma minore di sicuro. E forse l’andare in pensione a 62 anni sarà a tempo, oltre che a ostacolo minor importo.
Si studia di limitare la possibilità di quota 100 per due, tre anni. E il perché è un grossissimo perché. Se gli italiani vanno in pensione a 62 anni, i pensionandi tedeschi, francesi, spagnoli, di tutta Europa possono cominciare a dire ai loro governi e partiti: perché loro sì e noi no? Perché paghiamo anche noi con la moneta unica la pensione anticipata agli italiani?
Perché l’Italia abbassa l’età pensionabile unica o quasi al mondo e noi le consentiamo di farlo, farlo a deficit e debito che garantiamo noi? Se gli elettorati spagnolo, portoghese, francese, tedesco, austriaco, olandese… se tutti pongono questa questione non c’è Salvini o Di Maio che tengano e reggano. Allora bisogna inventarsi qualcosa per far contenti i pensionandi italiani ma qualcosa che sia un po’ un prendi la pensione e scappa.