La miglior difesa? L’attacco. E dunque il fronte del MoVimento 5 Stelle si compatta intorno al leader Luigi Di Maio sulla questione che lo vede alle prese con il lavoro nero e con alcuni abusi edilizi che vedono coinvolto il padre Antonio. Nel mirino, ovviamente, la stampa, colpevole di dare notizie che gettano ombre nella figura del ministro del Lavoro.
"Il problema della stampa è che non sta facendo libera informazione disinteressata, ma sta compiendo un'opera di delegittimazione nei confronti di una forza politica per venire incontro agli interessi affaristici e politici dei loro editori. Il quarto potere è l'ultimo su cui possono contare i veri sconfitti alle elezioni. E lo esercitano in modo brutale, per il loro interesse esclusivo e a danno della qualità dell'informazione e dei cittadini": ecco quanto si è letto in un post sul Blog delle stelle.
I pentastellati fanno l'elenco dei precedenti: ricordano i "due anni di fango" contro Virginia Raggi, l'articolo "sessista sull'Espresso contro Lucia Azzolina" e i "video tagliati ad hoc, le foto rubate, le piccole gaffe o i lapsus ingigantiti ad arte e sbattuti in prima pagina" per colpire ministri e sottosegretari.
Poi tocca a Luigi Di Maio: essendo "immacolato", si legge nel post, "usano i parenti sbattendo in prima pagina suo padre per storie di 10 anni fa". "E attenzione - è l'avvertimento - non è che Luigi sia sotto accusa per aver aiutato il babbo mentre era ministro, come è stato per Renzi (il cui babbo aveva incontrato mezza Consip mentre lui era premier) e Boschi (perché non querela De Bortoli che ha raccontato del suo incontro con l'ad di Unicredit per conto del padre?), ma per un vincolo di sangue. Ma i titoli sono confusi, ammiccano a qualcosa che non c'è e non esiste, sono fabbricati ad arte con un unico fine: la delegittimazione totale del MoVimento 5 Stelle".
Intanto Filippo Roma, la Iena che ha firmato l'inchiesta fatta su Di Maio padre, ha denunciato di aver ricevuto delle minacce: "Se ti incontro ti ammazzo". "Il clima è grave e non parliamo solo del rischio terribile che si passi dalle parole ai fatti – hanno commentato le Iene - C'è troppa gente che vuole zittire in ogni maniera chi fa il proprio lavoro di raccontare notizie".