Un presepe diverso e originale quello che Papa Francesco ha scelto quest’anno. Originale che non per forza vuol dire più bello del tradizionale: va bene l’originalità, va bene l’abilità tecnica ma se un presepe non rende l’atmosfera natalizia non si può dire che abbia raggiunto in pieno il suo scopo. Questo perlomeno è quello che l’opera ha trasmesso a noi e ad altre persone che erano presenti sul luogo. Lo storico presepe di Piazza San Pietro questo Natale diventa di sabbia.
Fedeli, turisti e amanti del presepe si sono apprestati a fare visita alla Natività scolpita nella sabbia di Jesolo. Quattro artisti si sono messi all’opera per realizzare l’enorme presepe lungo 16 metri, alto cinque e profondo sei, del peso di 900 tonnellate. Gli artisti Rich Varano (Usa), IIya Filimontsev (Russia), Radovan Zivny (Repubblica Ceca) e Susanne Ruseler (Olanda) hanno impiegato tre settimane per portare a termine la cosiddetta Sand Nativity.
I particolari della Natività sono meticolosi e la capacità artistica degli scultori è indiscutibile. Un’opera sicuramente molto difficile da realizzare proprio perché il presepe è ricco di dettagli che richiedono un lavoro minuzioso. La sabbia di Jesolo è unica al mondo, proviene dallo sfaldamento delle Dolomiti e viene trasportata verso il mare dai fiumi. Il Comune di Jesolo, in provincia di Venezia, ogni anno la raccoglie appositamente perché venga usata come materia prima per sculture di vario genere. Alla sabbia non si aggiunge altro che acqua e il materiale viene compattato in modo che per gli artisti sia più facile da lavorare.
Le opinioni sulla Sand Nativity sono discordanti: "E’ bellissima perché si vede che è un artista super. Come logistica no perché io amo le cose colorate, le cose che arricchiscono un pochettino le piazze. Quindi la apprezzo dal punto di vista stilistico dell’opera ma in questa piazza non ce lo vedo", dice una signora che che vede la scultura per la prima volta. C’è chi invece è affascinato da questa novità: "Io lavoro qui in Vaticano da qualche anno vedo presepi e questo è molto particolare perché di solito sono statue invece con la sabbia è la prima volta che lo vedo ed è molto interessante".
L’opera finale è sicuramente appariscente ma non molto natalizia perché priva di quella vivacità a cui noi siamo tanto affezionati. Il presepe nella tradizione napoletana è pieno di colori vivaci, vividi che trasmettono un senso di grande festività. La Natività di sabbia, essendo monocolore, è invece è priva di queste caratteristiche. A Napoli dove il presepe è un rito secolare che si tramanda di padre in figlio, la nascita di Gesù viene tradizionalmente rappresentata con colori sgargianti e con personaggi pittoreschi. Che cosa direbbero dunque i maestri dell’arte presepiale di San Gregorio Armeno di questo presepe così sobrio? Sarebbe interessante chiedere la loro opinione.
Con quest’opera commissionata dal Papa, appare invece chiara la sua visione della Chiesa: semplice, sobria e povera. Non è a caso quindi la scelta dell’utilizzo di un materiale povero come la sabbia. La scultura, inoltre, non è destinata a rimanere intatta ma avrà vita breve. Infatti verrà distrutta dopo il 6 gennaio. Anche questa decisione può essere interpretata come una metafora che racchiude la condizione dell’uomo destinato a essere ridotto in polvere.
Fabiana De Giorgio