Di lui si sono perse le tracce da quando un magistrato del Supremo Tribunale Federale del Brasile ne ha ordinato l’arresto senza successo. Nessuno sa dove sia adesso. La caccia a Cesare Battisti -terrorista richiesto dalla giustizia italiana su cui pende un ergastolo per quattro omicidi- continua e il suo nome è stato già messo in cima alla lista Interpol dei ricercati internazionali. Occhi puntati dunque sul Sud America, immenso e tortuoso. Sì, ma dove esattamente? Le ultime indiscrezioni circolate sulla stampa parlano di una possibile fuga in Bolivia dove Battisti potrebbe contare su "amicizie ad alto livello". A sostenerlo è stato l’ex giudice brasiliano Walter Maierovitch.
"Poiché conosco molti servizi di intelligence" -ha detto l’ex magistrato a Radio CBN- "ne ho consultato qualcuno e la loro convinzione è, ricordando anche un tentativo di fuga del passato, che Battisti si troverebbe in Bolivia. Gli agenti sostengono che Battisti godrebbe là della simpatia del vicepresidente boliviano Alvaro García Liniera che fu membro del movimento guerrigliero Tupac Katari. I riferimenti al passato risalgono all’ottobre del 2017 quando Battisti era stato arrestato a Corumbà, nello stato di Mato Grosso del Sud, mentre, secondo l’accusa, tentava di attraversare il confine boliviano con 6mila dollari e 1.300 euro non dichiarati.
L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) è scomparso dalla sua casa di Caianeia, località della costa di San Paolo, dove si era trasferito da tempo nell’ultimo capitolo di una lunga latitanza iniziata 36 anni fa in Francia. Dopo l’intervento del Supremo Tribunale Federale il presidente uscente brasiliano Michel Temer ha firmato il decreto in base al quale Battisti può essere estradato verso l’Italia, dove deve scontare la pena massima per la sua partecipazione in quattro omicidi commessi nel 1979 durante gli anni di piombo. Secondo la testata brasiliana Uol, Battisti potrebbe aver varcato nelle settimane scorse i confini del paese. La polizia federale ha fatto appello alla popolazione per informazioni e ha diffuso le fotografi di 20 possibili travestimenti. Insomma, il rischio che sia fuggito all’estero è più che mai concreto.
"È una possibilità, non so dire se alta, ma è una possibilità" ha confermato il ministro brasiliano della Pubblica sicurezza Raul Jungmann, confermando che questa è una delle ipotesi prese in considerazione dalle forze dell’ordine. E se Cesare Battisti fosse in Uruguay? Non ci sono prove ma può essere comunque un’ipotesi da prendere in considerazione visto il clima generale di incertezza. Un piccolo indizio lo abbiamo da un’intervista concessa lo scorso anno al quotidiano O Estado de Sao Paulo dopo il presunto tentativo di fuga in Bolivia. "Non ho mai pensato di uscire dal Brasile" diceva allora Battisti, "ma se avessi voluto farlo non sarei andato in Bolivia. Avrei scelto l’Uruguay perché è un paese un po’ più affidabile ed è dove ho più relazioni".
Cosa voleva dire Battisti con quelle parole? Tentativo di depistaggio oppure realtà? Il primo a sollevare l’ipotesi della fuga uruguaiana, attraverso Twitter, è stato il giornalista Miranda Sá che ha sottolineato i solidi legami di collaborazione tra le sinistre delle due nazioni: "Il partito uruguaiano di sinistra Frente Amplio, che governa il paese dal 2005, potrebbe star nascondendo Cesare Battisti su richiesta del PT (Partito dei Lavoratori)". Dopo Rocco Morabito, un altro latitante italiano potrebbe aver trovato la fuga in Uruguay?
Matteo Forciniti