Tra le tante battaglie dell’attuale Governo ce n’è una che evidentemente deve avere la priorità assoluta. Lotta alla povertà? No, eppure lo avevano promesso. Tagliare le accise alla benzina? No, eppure avevano promesso anche questo. Invece niente, è più importante togliere la dicitura genitore 1 e genitore 2. C’è infatti una informativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sulla dicituragenitore 1 e genitore 2 sulle carte d’identità dei minori, dopo che a febbraio la Corte d’appello di Roma è intervenuta sulla questione oggetto di un decreto ministeriale del 2019 (ministro dell’Interno Matteo Salvini). La decisione era legata al ricorso di una coppia di mamme che aveva impugnato il decreto anche davanti al Tar. Già in primo grado il tribunale aveva accolto la richiesta delle mamme. L’informativa, viene spiegato, potrebbe preludere a un ricorso contro la decisione attraverso l’avvocatura dello Stato.
I giudici della Corte di Appello di Roma lo scorso febbraio in una sentenza di otto pagine ordinarono al Viminale di “indicare sulla carta d’identità elettronica del minore” il termine “genitore” o una “dizione corrispondente alle risultanze dello stato civile, in corrispondenza dei nomi”. “Una decisione sbagliata” venne bollata dal vicepremier Salvini, secondo cui “ognuno deve sempre essere libero di fare quello che vuole con la propria vita sentimentale, ma certificare l’idea che le parole mamma e papà vengano cancellate per legge è assurdo e riprovevole. Questo non è progresso”. Di tutt’altro avviso fu la reazione dell’associazione Famiglie Arcobaleno per la quale la sentenza sostanzialmente “smentisce” il disposto ministeriale che stabiliva la sostituzione nei documenti di identità della dicitura “genitori” con quella di “padre a madre”. Ma niente, a volte le scritte e le diciture sono più importanti dei fatti, dei soldi e di chi magari non arriva a fine mese. Speriamo almeno facciano presto a risolvere, così da poter concentrarsi su qualcosa di più utile, forse.