ROMA – Il Sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli ha risposto, presso la III Commissione della Camera, all’interrogazione, rivolta al Ministro degli Esteri, del deputato del Pd Fabio Porta (ripartizione America Meridionale), sulla disciplina del personale del Ministero degli Esteri assunto a contratto nelle sedi estere. Nel testo, sottoscritto anche dai deputati Pd Di Sanzo, Toni Ricciardi e Carè, si chiedono sia lumi su questioni previdenziali relative al contratto sottoscritto dagli impiegati a contratto in servizio in Thailandia, sia di intervenire “sulla disciplina in materia di dipendenti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale impiegati a contratto sulla base delle disposizioni vigenti a livello locale attraverso una riforma strutturale improntata alla salvaguardia dei diritti inderogabili dei lavoratori”
“Sono al momento in servizio presso l’Ambasciata d’Italia a Bangkok – ha spiegato nella risposta Silli – diciassette impiegati a contratto. Di questi, tredici sono cittadini italiani. A norma dell’articolo 158, ultimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, ‘gli impiegati a contratto di cittadinanza italiana possono optare per l’applicazione della legislazione previdenziale italiana’. Ciò significa che questo personale può sempre iscriversi alla gestione previdenziale INPS. Versando i propri contributi, possono naturalmente godere di quelli a carico dell’Amministrazione. Opzione che alcuni dipendenti in servizio in Thailandia hanno preferito non esercitare, per utilizzare in altro modo la quota contributiva di loro spettanza. Al personale di cittadinanza non italiana si applica, invece, la disciplina locale in materia previdenziale. Anche questo è previsto dall’articolo 158. Nel caso in cui la tutela previdenziale non sia prevista dalla legislazione locale, o lo sia in maniera ‘manifestamente insufficiente’, la norma prevede la facoltà di richiedere una tutela previdenziale in forma privata. È una misura in favore dei dipendenti. Questa facoltà – ha continuato il Sottosegretario – deve essere esercitata dal dipendente, tramite specifica istanza, in seguito alla quale l’Amministrazione verifica la sussistenza dei requisiti di legge per la stipula di una polizza privata e trasmette le risultanze al vaglio degli organi di controllo della spesa. Questa istanza è stata trasmessa dai dipendenti a contratto all’Ambasciata a Bangkok la settimana scorsa, il 5 aprile. L’Amministrazione ha già iniziato a esaminare la questione, assai complessa dal punto di vista contrattuale e amministrativo-contabile, anche per l’assenza di precedenti in materia. Confermo dunque che stiamo valutando le opportune iniziative a tutela dei diritti previdenziali delle 4 unità di personale a Bangkok di cittadinanza non italiana. Tutto il personale a contratto presso le sedi estere – ha proseguito Silli – è oggetto della massima attenzione da parte dell’Amministrazione e, personalmente, del Ministro Tajani. Che si è impegnato per ottenere, nell’ultimo anno e mezzo, importanti riconoscimenti a favore della categoria. Ricordo ad esempio il nuovo assegno per situazioni di famiglia, misura datoriale di sostegno economico a beneficio del personale a contratto con familiari a carico. Più di recente, una novità significativa ha interessato il personale a contratto in Svizzera. Infatti, a seguito dell’approvazione del decreto interministeriale Maeci -Mef dell’8 gennaio, questo personale viene integralmente retribuito in franchi svizzeri. Si tratta di una misura che viene incontro a numerose richieste ed è mirata a eliminare l’erosione del potere di acquisto dell’Euro determinata dalle fluttuazioni del tasso di cambio, perseguendo un principio di equità retributiva. Abbiamo concluso di recente, per la prima volta sulla rete diplomatico-consolare, – ha concluso il Sottosegretario – una polizza previdenziale integrativa per il personale a contratto in servizio nei Paesi Bassi, che in attuazione dei regolamenti europei era transitato al sistema previdenziale locale, meno generoso di quello italiano”. In sede di replica il deputato Porta si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta dell’Esecutivo, anche in considerazione dell’oggettiva complessità della problematica in oggetto. Per Porta comunque l’attenzione specifica che l’amministrazione degli esteri ha dedicato alla situazione dei dipendenti a contratto della sede diplomatica in Thailandia, unita al quadro complessivo delineato dal sottosegretario, dimostra l’urgenza di introdurre meccanismi strutturali e permanenti per superare le attuali problematiche. Dal deputato è stata quindi auspicata l’elaborazione, anche con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, di una riforma in grado di garantire una copertura assicurativa e previdenziale omogenea per tutto il personale a contratto, sia di cittadinanza italiana sia di nazionalità locale.