Nel suo tradizionale messaggio di fine anno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato gli italiani a "sentirsi comunità". Un discorso breve e diretto che il capo dello Stato ha scelto di trasmettere dal suo studio personale del Quirinale e non da quello della Vetrata, tradizionalmente scelto dai capi di Stato. "Care concittadine e cari concittadini, - ha aperto il suo discorso - siamo nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana. Tempi e abitudini cambiano ma questo appuntamento - nato decenni fa con il primo Presidente, Luigi Einaudi - non è un rito formale. Mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo. Permette di formulare, certo non un bilancio, ma qualche considerazione sull'anno trascorso. Mi consente di trasmettere quel che ho sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell'anno da parte di tanti nostri concittadini, quasi dando in questo modo loro voce. E di farlo da qui, dal Quirinale, casa di tutti gli italiani. Quel che ho ascoltato esprime, soprattutto, l'esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. La vicinanza e l'affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unità, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che è il nostro comune destino. Proprio su questo vorrei riflettere brevemente, insieme, nel momento in cui entriamo in un nuovo anno. Sentirsi comunità significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese. Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l'astio, l'insulto, l'intolleranza, che creano ostilità e timore". Un tema che Mattarella ha poi ripreso al termine del suo discorso: "Vorrei concludere da dove ho iniziato: dal nostro riconoscerci comunità. Ho conosciuto in questi anni tante persone impegnate in attività di grande valore sociale; e molti luoghi straordinari dove il rapporto con gli altri non è avvertito come un limite, ma come quello che dà senso alla vita. Ne cito uno fra i tanti ricordando e salutando i ragazzi e gli adulti del Centro di cura per l'autismo, di Verona, che ho di recente visitato. Mi hanno regalato quadri e disegni da loro realizzati. Sono tutti molto belli: esprimono creatività e capacità di comunicare e partecipare. Ne ho voluto collocare uno questa sera accanto a me. Li ringrazio nuovamente e rivolgo a tutti loro l'augurio più affettuoso". Un passaggio del suo discorso di fine anno, Mattarella lo ha riservato le al terzo settore e al mondo del no profit che, ha detto, " rappresentano una rete preziosa di solidarietà". "Si tratta di realtà - ha rimarcato il capo dello Stato - che hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e che meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto. Anche per questo vanno evitate tasse sulla bontà. È l'immagine dell'Italia positiva, che deve prevalere". Poi un passaggio sugli ultimi episodi di cronaca nera: "Il modello di vita dell'Italia non può essere - e non sarà mai - quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi". "Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo - ha aggiunto -. Fenomeni che i pubblici poteri e le società di calcio hanno il dovere di contrastare e debellare. Lo sport è un'altra cosa". Sulla manovra: "Ieri sera ho promulgato la legge di bilancio nei termini utili a evitare l'esercizio provvisorio, pur se approvata in via definitiva dal Parlamento soltanto da poche ore. Avere scongiurato la apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità". "La grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali - il monito del capo dello Stato - richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento. Mi auguro - vivamente - che il Parlamento, il Governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto".

LE REAZIONI

Matteo Salvini (ministro dell'Interno e vicepremier)

Più sicurezza, più lavoro, più attenzione agli ultimi, diritto alla salute, allo studio e ad uno sport sano e civile, un'Europa diversa più attenta ai cittadini e non più schiava della finanza e delle multinazionali. Condivido le riflessioni del Presidente e le faccio mie, col lavoro che ho già fatto e quello che farò nei prossimi mesi".

Maria Elisabetta Alberti Casellati (presidente del Senato)

"Le parole del presidente Mattarella, con la forza della loro sobrietà e assieme della loro fermezza, ci richiamano sulla strada maestra che la democrazia deve seguire: una strada fatta di unità, condivisione, giustizia, sicurezza, tolleranza, equità".

Roberto Fico (presidente della Camera)

"Condivido pienamente il ragionamento sulla sicurezza. La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza, rispettando le regole e garantendo opportunità, vivibilità e futuro per i cittadini. E il pensiero ai cinque milioni di immigrati che vivono nel nostro Paese è sicuramente prezioso. Quanto inoltre detto dal presidente sulle modalità di approvazione della legge di bilancio va ascoltato con attenzione e considerazione massime. E' stato importante evitare la procedura d'infrazione, ma vanno poste le condizioni per assicurare tempi adeguati per la discussione di un provvedimento come la manovra finanziaria".

Ettore Rosato (vice presidente della Camera)

"Un discorso intenso che parla del paese reale, del mondo del lavoro e di chi e' impegnato a renderci comunità. Un invito alla politica, e soprattutto a chi governa, a tenerlo sempre presente, a cercarlo nella vita quotidiana più che sui social. Bello e giusto aver riconosciuto un ruolo prezioso all'Europa che è la vera e unica dimensione in cui possiamo pensare il nostro futuro".

Matteo Orfini (presidente del Pd)

"Grazie al presidente Mattarella per il suo forte e autorevole discorso e per aver richiamato tutti noi alla necessità di sentirsi comunità per rappresentare e interpretare al meglio i valori della nostra Costituzione".

Giorgia Meloni (presidente di Fratelli d'Italia)

"Dal presidente della Repubblica Mattarella un discorso equilibrato e ampiamente condivisibile. In particolare mi ha stupito positivamente che non abbia accompagnato il doveroso passaggio sulle elezioni europee del prossimo maggio con un’ennesima invettiva retorica contro i sovranisti, come pure di recente è spesso capitato".

Antonio Tajani (presidente del parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia)

"Bene Mattarella che ci richiama al valore della comunità, che difende la centralità del Parlamento, il volontariato e la dignità delle divise, che chiede più Stato al Sud, che invita a ridurre il debito pubblico, che vuole un'Italia più influente nella Ue".

Graziano Delrio (capogruppo del Pd alla Camera)

"Il 2019 si annuncia, anche per responsabilità del governo, un anno difficile e con pesanti incertezze sulla crescita dell'economia e dell'occupazione. Noi tifiamo per l'Italia. Difendiamo le sue istituzioni e per questo siamo riconoscenti al presidente della Repubblica per il nitido richiamo al rispetto del Parlamento e della sua dignità dopo la pagina buia scritta in queste settimane dell'esecutivo e dai partiti che lo sostengono. Raccogliamo le parole del Presidente, cui confermiamo gratitudine per la sua guida salda e autorevole, affinche' la politica e le istituzioni operino all'unico fine di tutelare l'interesse generale e non si apra la strada a pericolose divisioni della comunita' nazionale".

Pier Ferdinando Casini (presidente dell'Interparlamentare italiana)

"Mai come quest'anno abbiamo sentito nel messaggio di fine anno quanto sia importante per noi italiani il ruolo di garanzia istituzionale del presidente della Repubblica e l'autorevolezza personale di Sergio Mattarella. Le sue parole sull'Europa e soprattutto sul sentimento collettivo di appartenenza a un destino comune per tutti noi italiani confermano che siamo in buone mani".

Lucio Malan (vicecapogruppo vicario dei senatori di Forza Italia)

"Condivido pienamente le parole del presidente Sergio Mattarella nel loro richiamo al senso di comunità e di responsabilità, al rispetto degli altri e delle loro idee e all'importanza della sicurezza e del lavoro per la nostra società, quale unica fonte del benessere di tutti. Di grande rilievo il richiamo all'indispensabile funzione delle istituzioni, delle loro prerogative e procedure. Mi auguro che tutte le forze politiche trovino nel messaggio presidenziale uno stimolo positivo e che nessuno vi cerchi ragioni di divisione perché l'Italia ha bisogno di concordia e buona volontà".

Federico Fornaro (capogruppo di Leu alla Camera)

"Un ringraziamento sentito al Presidente Mattarella per il suo caldo invito alle forze politiche e sociali ad adoperarsi per ricucire i legami della nostra comunità nazionale. Un'Italia che costruisce il proprio futuro sui valori della solidarietà e della tolleranza".

Manfred Schullian (gruppo Misto alla Camera ed esponente Svp)

"Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si conferma massimo garante dei valori costituzionali. Il suo discorso, equilibrato e pieno di senso, dovrebbe essere fonte di ispirazione per tutti, soprattutto l'invito a rispettare il ruolo del Parlamento e a ridurre la conflittualità tra forze politiche".

Benedetto Della Vedova (coordinatore di +Europa)

"Il Presidente della Repubblica Mattarella ha ribadito che le elezioni europee saranno uno dei più grandi esercizi di democrazia del mondo. E' così, e nel mondo ci viene riconosciuto e non di rado invidiato. Ecco, l'Europa siamo noi, non sono "loro".