ROMA – Arriva il parere favorevole della Commissione Esteri della Camera sulla proposta di legge 956 Ricciardi riguardante l’esenzione dell’IMU per gli italiani all’estero che hanno casa in Italia, equiparando di fatto gli iscritti Aire ai residenti in territorio italiano. La modifica riguarda quindi l’equiparazione del regime fiscale nell’applicazione dell’imposta municipale propria e dell’imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. Il parere è stato espresso alla VI Commissione.
Elisabetta Gardini (FDI), in qualità di relatrice, ha segnalato in premessa che, nel corso dell’esame in sede referente, sono state abbinate, alla proposta Ricciardi, le proposte di legge a prima firma dei deputati Di Giuseppe, Onori, Billi, Lovecchio, Manes e Borrelli: nella seduta del 7 febbraio 2024 la Commissione Finanze aveva adottato quale testo base per il seguito dell’esame del provvedimento la presente proposta di legge 956, sulla quale la Commissione deve esprimere il parere. Gardini ha poi rilevato come la proposta di legge, costituita da un solo articolo, apporti modifiche al regime della fiscalità immobiliare relativa agli immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini italiani iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE). A fini IMU, per tali immobili si prevede l’assimilazione all’abitazione principale – dunque l’esenzione dall’imposta – in presenza di specifiche condizioni. Ricordato inoltre dalla relatrice che la legge di bilancio 2020 ha riformato l’assetto dell’imposizione reale immobiliare, unificando le due previgenti forme di prelievo – IMU e TASI – e facendo confluire la relativa normativa in un unico testo, relativo all’Imposta Municipale Propria – IMU. Con riferimento al regime dell’abitazione principale, la relatrice ha ricordato che essa è esente dal tributo, salvo che si tratti di abitazioni classificate come di lusso. A decorrere dall’anno 2020 non è però più assimilata all’abitazione principale, e dunque non è più esente da imposta, l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza. La legge di bilancio per l’anno 2021 era intervenuta prevedendo, a partire dall’anno 2021, che sugli immobili di proprietà di pensionati non residenti nel territorio dello Stato, non locati o dati in comodato d’uso, l’imposta venisse applicata nella misura della metà, senza condizionare tale agevolazione all’iscrizione all’AIRE; successivamente, con la legge di bilancio per l’anno 2022 era stata disposta, in favore dei medesimi soggetti, limitatamente al 2022, la riduzione della misura dell’IMU al 37,5 per cento. La proposta in esame prevede che sia assimilata all’abitazione principale del contribuente, dunque resa esente da imposta, una sola unità immobiliare ad uso abitativo, con le relative pertinenze, posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, in Italia da cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), a condizione che sia situata nel comune di iscrizione nell’AIRE e che non risulti locata o data in comodato d’uso. Vien inoltre chiarito dalla relatrice che le agevolazioni disposte per l’acquisto della prima casa (applicazione dell’aliquota ridotta al 2 per cento) debbano applicarsi in favore dei cittadini italiani iscritti all’AIRE, in luogo della locuzione che si riferisce ai cittadini “emigrati all’estero” come previsto nella formulazione della norma vigente al momento della presentazione della proposta di legge. Dalla Gardini è stato inoltre evidenziato come, dopo la presentazione della proposta di legge in esame, sia entrato in vigore l’articolo 2 del decreto-legge n. 69 del 2023 (cosiddetto decreto «salva-infrazioni»), con il quale il Governo è intervenuto sulle agevolazioni per l’acquisto della prima casa al fine di rispondere ad una procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea ed eliminare una presunta discriminazione fondata sulla nazionalità. Con quel provvedimento d’urgenza, infatti, è stata soppressa l’individuazione soggettiva dell’agevolazione, ovvero la qualifica di cittadino italiano emigrato all’estero, sostituendola con un criterio oggettivo, non legato più alla cittadinanza italiana: in particolare, il decreto-legge ha previsto che l’aliquota agevolata si applica se l’acquirente si è trasferito all’estero per ragioni di lavoro e abbia risieduto o svolto la propria attività in Italia per almeno cinque anni, nel comune di nascita o in quello in cui aveva la residenza o svolgeva la propria attività prima del trasferimento.
Alla luce di ciò dalla relatrice è stato sottolineato che la proposta di legge andrebbe coordinata con questa normativa, sopprimendo la disposizione di cui al comma 2 dell’articolo 1, in quanto non più riferibile al testo vigente della nota II-bis), comma 1, lettera a), primo periodo, della tariffa, come rilevato nel parere già espresso dalla I Commissione. La relatrice ha infine rilevato come il comma 3 quantifichi gli oneri derivanti dalle norme in esame in 8 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023, di cui 3 milioni di euro annui destinati al reintegro delle minori entrate dei comuni, cui provvedere mediante corrispondente riduzione del Fondo per esigenze indifferibili istituito dalla legge di stabilità per il 2015. Alla luce di queste riflessioni la relatrice ha chiesto alla Commissione di esprimere parere favorevole. Ha poi preso la parola il deputato del Pd Fabio Porta, eletto nella ripartizione America Meridionale, che ha espresso un convinto sostegno al provvedimento in esame e soddisfazione per la generale condivisione dei suoi contenuti. Il deputato ha sottolineato l’importanza delle norme in esame in quanto esse non sono solo un riconoscimento nei confronti della comunità italiana all’estero, ma rappresentano anche un investimento, poiché possono favorire gli investimenti degli emigrati e dei discendenti di emigrati nelle aree di origine. Il Simone Billi (Lega – ripartizione Europa ), nel ringraziare il collega Toni Ricciardi, primo firmatario della proposta di legge, e gli altri eletti della circoscrizione Estero per l’impegno profuso, ha rilevato che il tema è particolarmente sentito dalla comunità italiana all’estero. Secondo Billi la cancellazione o riduzione dell’IMU nei termini individuati dalla proposta di legge costituirà un incentivo al turismo e alla permanenza degli emigrati italiani nei paesi di origine, incentivando l’economia dei territori. Il deputato ha infine sottolineato come la tassazione prevista dalle normative vigenti incida pesantemente sulla popolazione italiana all’estero, in particolare sugli emigrati negli anni ’50 e ’60 che vivono di trattamenti pensionistici. Il deputato Andrea Di Giuseppe (FDI- ripartizione America settentrionale e centrale.) ha a sua volta ringraziato i colleghi eletti all’estero e ha sottolineato la trasversalità della proposta di legge in esame e di quelle abbinate auspicando una rapida approvazione del provvedimento in Assemblea.