di MIMMO CARRATELLI

Con l'animo monarchico di chi vive a Napoli, città che nel referendum del 1946 votò per la monarchia contro la repubblica, Aurelio De Laurentiis re di Castelvolturno abbandona la Reggia di Capodimonte, fatale al giacobino Rudi Garcia, e si trasferisce a Palazzo reale dove presenterà Antonio Conte con una cerimonia tra Hollywood e i Borbone. Ovviamente, sarà la regina di tutte le presentazioni. In concomitanza con l'anticiclone Minosse, è prevista una caldissima accoglienza al nuovo allenatore vita da vita mia. Considerato l'ingaggio di Conte, De Laurentiis farà gli onori di casa.
Allo chalet di Mergellina giunge notizia che De Laurentiis è in gran forma teatrale. Dopo il teatrino del campionato del Napoli concluso al decimo posto, il presidente presenterà Conte nel Teatro di corte di Palazzo reale.
Nel teatro realizzato in occasione delle nozze di Ferdinando con Maria Carolina d'Austria, De Laurentiis celebrerà il matrimonio con Antonio Conte.
Storicamente, si tratta di due matrimoni complicati. Nel discorso di presentazione è previsto che il presidente dica la storia siamo noi, sorridendo a Conte e imitando Francesco De Gregori, la storia siamo noi, non si ferma davanti a un cinepanettone e rompe col passato, questo passato così duro da masticare.
Alla presentazione del nuovo allenatore, De Laurentiis farà roteare gli occhi, come gli succede nelle migliori occasioni, e muoverà la testa in una combinazione testa-occhi di grande efficacia. Le parole saranno di tipo aulico babilonese. Conte potrà apprezzare la presenza scenica del presidente e apprezzerà ancora di più la non presenza di De Laurentiis nel prosieguo della stagione.
Conte arriva al Napoli con un robusto staff di otto persone che faranno muro a ogni eventuale intrusione del presidente. Gabriele Oriali marcherà De Laurentiis a zona, i preparatori atletici Coratti e Bruno lo marcheranno a uomo, il preparatore dei portieri Lopez si incaricherà di placcare Aurelio se dovesse sfuggire alla marcatura a zona e a quella a uomo.
Alla presentazione nel Teatro di corte sono stati invitati giornalisti e cameraman senza peccato che non potranno scagliare nè la prima pietra né la seconda domanda in perfetta autonomia differenziata, rimanendo di esclusiva pertinenza di De Laurentiis i livelli essenziali di presentazione, i famosi Lep.
Il presidente, come solo lui sa fare, guarderà in cagnesco ogni telecamera (telecamera con vista male) e, con la voce di Ivano Fossati, ammonirà i giornalisti uomini sempre poco allineati che non fanno niente sul serio. Ricordando il titolo di uno suoi cinepanettoni, Natale sul Nilo, assicurerà che nel Napoli tutto fila liscio e nessuno volerà sul Nilo del cuculo.
Escluso ogni dibattito d'ali, il presidente prometterà che non ci sarà alcun conflitto di carattere con Conte sottolineando però che amore verace è quanno s'appiceca e se fa pace.
A Conte darà i pieni poteri per la campagna-acquisti. Intervenendo sul mercato, nel rispetto del nuovo direttore sportivo, De Laurentiis si presenterà dicendo mi Manda picone. Il presidente lascerà il teatro dicendo buongiorno. Una battuta del Cairo.