di GIAMPIERO MARTINOTTI

Francia in allarme, la Borsa avverte, la grande paura se la destra va al potere. Il Fronte nazionale, ribattezzato Rassemblement National (Rn), cinquantadue anni dopo la sua fondazione, si appresta a diventare il primo partito politico francese.

Il vecchio Jean-Marie Le Pen, 96 anni appena compiuti, non potrà assaporare la vittoria : la sua salute è molto precaria, in febbraio è stato messo sotto parziale tutela e la figlia Marine Le Pen, nel 2015, lo ha sbattutto fuori dal partito che aveva creato.

RN al traguardo in Francia

Il vecchio patriarca non era d’accordo con la strategia tesa a sdoganare il Rassemblement e a dargli una patina di rispettabilità. Aveva torto, i risultati hanno dato ragione all’erede.

Ma forse si rallegrerebbe per un aspetto della vittoria tanto attesa: l’Rn vincerà dopo aver continuato ad agitare il tema più caro al vecchio Jean-Marie, ancora oggi fondamentale nel Dna del partito e nel suo programma : la lotta all’immigrazione e in particolare a quella di origine musulmana.

A poche ore dall’apertura dei seggi per il primo turno delle elezioni politiche, convocate precipitosamente da Emmanuel Macron dopo le europee del 9 giugno, il panorama politico, dicono i sondaggi, è consolidato.

Il Rassemblement National dovrebbe raggiungere il 31,5-32 per cento e l’estrema destra salirà al 36 per cento grazie a un drappello di fuorusciti dai Repubblicani, il partito erede del gollismo.

A sinistra il Nuovo Fronte Popolare

Il secondo posto, con il 29 per cento, spetterà al Nuovo Fronte popolare, il cartello elettorale che riunisce tutta la sinistra, dai socialisti al radicale e sempre più impresentabile Jean-Luc Mélenchon.

Al terzo posto arriverà il partito macroniano di Rinascita, con uno striminzito 20 per cento. Infine, un 6-7 % potrebbe finire a quei candidati repubblicani che si sono rifiutati di scendere a compromessi con l’estrema destra.

Se questo è il quadro politico, è ancora difficile dire se il movimento guidato da Marine Le Pen e dal giovane Jordan Bardella, candidato al ruolo di primo ministro, riuscirà ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. In un sistema elettorale a due turni con 577 circoscrizioni è molto difficile fare previsioni.

Alcuni sondaggi lasciano aperta questa possibilità, altri meno. Le cose cominceranno a chiarirsi dopo il primo turno e le consegne di voto per i ballottaggi. Senza una maggioranza assoulta, si aprirà una fase inedita nella storia politica dell Quinta Repubblica, poiché nessuno schieramento sarà in grado di formare un governo stabile.

Lasciamo da parte le ipotesi e guardiamo piuttosto alle ragioni delle vittoria politica dell’estrema destra o, meglio, alla ragione principale : l’immigrazione. In tutte le inchieste di opinione è il primo motivo a spingere i francesi verso l’Rn.

E non si tratta solo di razzismo (che ovviamente ha la sua parte). L’immigrazione è vista con diffidenza dagli elettori dell’estrema destra per molti motivi. In primo luogo, è percepita come la parte della popolazione che prende i posti di lavoro ai francesi ‘bianchi’ e che assorbe la maggior parte dei sussidi sociali.

Gli immigrati, insomma, vivono a spese degli altri e quindi pesano sui portafogli dei ‘veri’ francesi. In secondo luogo, gli immigrati sono percepiti come difficilmente assimilabili a causa della loro religione e della loro cultura, troppo lontane dalla laicità francese e dal modo di vita transalpino.

L’onda lunga dell’11 settembre 2001

E’ l’onda lunga dell’11 settembre 2001, l’idea dell’incompatibilità tra occidentali e islamici, niente più che un postulato. Terzo elemento: la criminalità. In questo campo, il lepenismo ha compiuto il suo capolavoro: la delinquenza non ha basi sociali, ma solo etniche. Una parte degli elettori ci crede.

Amalgama, semplicismo, spudorato accento sulle paure più elementari costituiscono la base del successo lepenista. L’arco democratico, dal canto suo, non ha mai trovato una vera risposta. Non ha mai immaginato una vera politica di integrazione. E ha così lasciato crescere la figura del ‘piccolo uomo bianco’, molto simile al suprematista americano.

Il senso di colpa verso gli ex colonizzati si è trasformato in buonismo, che è forse una risposta morale, non una risposta politico-economica-sociale. Un buonismo che si è rapidamente trasformato in un contrasto sociale: i centri città votano a sinistra o perlomeno al centro, a differenza del resto del paese.

Occhi puntati sulla Francia

Su queste contraddizioni, e su molte altre simili per natura, si sono costruite le fratture che attraversano la società francese. Le elezioni politiche anticipate daranno forse una prima risposta, ma potrebbero anche innescare una crisi politico-istituzionale dalle conseguenze imprevedibili.

Non a caso tutta l’Europa ha gli occhi puntati sulla Francia: l’estrema destra al potere sarebbe un cataclisma. La Borsa di Parigi, come al solito, l’ha capito subito: il mese di giugno è stato il peggiore dell’ultimo anno.