Osvaldo Crispo è stato un importante critico letterario proveniente da una famiglia italiana della Sardegna. A lui è stata recentemente intitolata una piazza nel centro di Montevideo sulla facciata posteriore della Facoltà di diritto, la sede centrale dell’Università della Repubblica dell’Uruguay (Udelar), precisamente sulla calle Guayabos tra Eduardo Acevedo e il Pasaje Emilio Frugoni.
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’Udelar e il Municipio B di Montevideo, con l’obiettivo di mettere a disposizione dei cittadini un nuovo spazio pubblico con giochi e attrezzature sportive.
“Con questa nuova piazza” - ha spiegato Carlos Varela, alcalde del Municipio B - “si promuove la costruzione della cittadinanza dato che si restituisce alla comunità uno spazio che prima non veniva utilizzato. Questa sarà un’area di convivenza e di espressione artistica sia per gli studenti che per tutti gli altri abitanti della zona”.
Per il rettore dell’Udelar, Rodrígo Arím, la piazza appena inaugurata si trova “in un luogo simbolico per la città” e l’augurio adesso è quello che “possa essere riempita di contenuti con diverse attività universitarie, come esposizioni artistiche, conferenze e quant’altro”.
Nato a Montevideo nel 1884, Osvaldo Crispo è stato avvocato ma soprattutto professore di letteratura per oltre quarant’anni all’Udelar fino alla sua morte avvenuta durante una lezione nel 1962.
La sua è da considerarsi anche una storia di successo all’interno di una famiglia di emigrati: il padre Giovanni Antonio Crispo Brandis era nato a Codrongianos (Sassari) nel 1843 e, dopo una brillante carriera come medico della marina di guerra italiana, si trasferì nel 1872 in Uruguay dove divenne decano della nascente Escuela de medicina.
Il paese natale della Sardegna lo ricorda ancora oggi con grande affetto per un episodio avvenuto negli anni venti come si racconta sul sito web del Comune: nel 1920 Crispo mise a disposizione 6984 lire per lo studio di un progetto di acquedotto e l’anno successivo donò 129.000 lire per la costruzione dell’opera.
“Un nobilissimo atto di grande filantropia” -scrisse con gratitudine l’allora podestà Ravasio nel 1929- “che testimonia la infinita bontà del suo animo generoso e l’attaccamento al suo paese natio, il quale ora è dotato di un’opera grandiosa che segnerà la rigenerazione igienica dei suoi abitanti”. In segno di riconoscenza, Codrongianos dedicò al professor Crispo la piazza più grande del centro storico.
di Matteo Forciniti