Wall Street (Depositphotos)

Chiusura pesante per Piazza Affari nel lunedì nero delle Borse mondiali.

Il listino milanese ha chiuso in calo del 2,27%, a 31.293 punti, contenendo i ribassi nel pomeriggio, dopo che in mattinata era arrivato a perdere fino al 4,3%. Sul listino principale di Piazza Affari sono stati bruciati oggi altri 15 miliardi di euro di capitalizzazione, che portano a quasi 55 miliardi di euro le perdite registrate dalla Borsa milanese in tre sedute. 

Wall Street resta in rosso ma ora tutti e tre gli indici riducono le perdite a meno del 3%. Il Dow Jones è a -2,37% a 38.794,37 punti, il Nasdaq è risalito a -2,59% a 16.342,09 punti, mentre lo S&P 500 è a -2,42% a 5216,96 punti.

Sul mercato arrivano le scommesse per un intervento di emergenza della Fed sui tassi. Di fronte alle turbolenze e ai timori di una recessione americana in mattinata i trader erano arrivati a prezzare al 60% la probabilità di un taglio dei tassi di 25 punti base entro una settimana, posizioni che nel corso di seduta si sono ridimensionate al 30%. Sul mercato è comunque diffusa la convinzione che la Fed dovrà agire in fretta e con decisione: i trader si attendono un taglio di 50 punti base a settembre e di altri 50 punti a novembre, riferisce Bloomberg.

Profondo rosso alla Borsa di Tokyo che ha segnato la maggiore flessione giornaliera di sempre, sui timori di una imminente recessione Usa, e la rivalutazione dello yen. L'indice di riferimento Nikkei cede il 12,40% a quota 31,458,42, e una perdita di 4.458,42 punti. La valuta nipponica si rivaluta al cambio col dollaro, a 142,20, e sull'euro a 154,90.

L'indice Ism dei servizi Usa sale a luglio sopra le attese

Il settore dei servizi Usa torna in una fase di espansione a luglio. L'indice dei direttori d'acquisto (Pmi) di Ism registra un livello di 51,4, sopra la soglia di 50 che separa una fase di espansione da una di contrazione dell'attività economica. A giugno l'indice era sceso a 48,4 dopo aver subito la peggior battuta d'arresto in quattro anni. Il rimbalzo di luglio, superiore alle attese degli economisti (51), potrebbe contribuire ad allentare i timori sullo stato di salute dell'economia americana scatenati venerdì dai dati sul mercato del lavoro.

Goolsbee (Fed), se economia Usa si deteriora interverremo

Se l'economia americana dovesse deteriorarsi la Fed interverrà: lo ha detto il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee in un'intervista a Cnbc. Secondo quanto riporta la Bloomberg, per Goolsbee i dati sull'occupazione "ancora non indicano una recessione", sono solo "un numero", ma in ogni caso la Fed "deve prestare attenzione" alla debolezza del mercato del lavoro. Il presidente ha anche detto che "non avrebbe senso mantenere una politica restrittiva se l'economia si stesse indebolendo".

Borsa: l'Europa resta debole, Amsterdam e Milano -3%

I mercati azionari del Vecchio continente guardano alla boa di metà giornata sempre in forte calo: le Borse peggiori sono quelle di Milano e Amsterdam che oscillano attorno a una perdita del 3%, seguite da Francoforte che cede quasi due punti percentuali e mezzo. Il clima resta molto nervoso e volatile soprattutto sui timori di recessione, con Londra in calo del 2,2% e Parigi che si muove su una perdita superiore ai due punti. L'attesa è per l'avvio della settimana di Wall street, con il mercato dei titoli di Stato che si è parzialmente stabilizzato e lo spread tra Bund italiani e tedeschi a 10 anni sui 150 punti base. Euro positivo (+0,4%) contro il dollaro a quota 1,095. Tra le criptovalute il Bitocoin, sempre molto volatile, prosegue nella sua fase di debolezza e cede il 14% attorno ai 52mila dollari. In Piazza Affari sempre vendite su Nexi (-6%), con Stm che perde il 5,6% e Saipem circa cinque punti percentuali. Tim è in calo del 4,5%, mentre Leonardo e A2A provano a riavvicinarsi alla parità.

Analisti: 'Lo scenario non è così negativo come indicano i mercati'

"I timori di recessione degli Stati Uniti sono tornati a essere un tema dominante, guidati dalla combinazione di una rapida perdita di slancio del mercato del lavoro e dai segnali di una domanda dei consumi debole evidenziati nelle trimestrali". Così Michael Langham, economista di Abrdn sull'andamento dei mercati.

"Le attuali quotazioni dei mercati indicano ora in modo chiaro come la Fed sia in ritardo rispetto alla curva e che taglierà rapidamente nelle prossime riunioni per evitare un atterraggio duro. Tutto ciò si è riversato sui mercati asiatici, con il disimpegno dei carry trade e la prevalenza di un sentiment risk-off. Riteniamo tuttavia che lo scenario macro non sia così negativo come indicato dai mercati.

La forte crescita dell'offerta di lavoro negli ultimi anni ha contribuito a raffreddare il mercato del lavoro e i licenziamenti rimangono bassi negli Stati Uniti. In Asia, la ripresa delle esportazioni tecnologiche e la domanda interna sempre sostenuta non dovrebbero ancora far suonare i campanelli d'allarme per i policy maker. Prevediamo che la Fed inizierà l'allentamento a settembre, il che dovrebbe aprire la pista ad allentamenti in alcune parti dell'Asia emergente. I probabili ulteriori stimoli in Cina potrebbero inoltre avere ricadute positive, attenuando un eventuale rallentamento nella regione".