(foto Ansa)

di FILIPPO LIMONCELLI

Luis Armando Albino aveva solo sei anni quando, il 21 febbraio 1951, fu rapito in un parco di West Oakland, in California. Insieme al fratello maggiore Roger, di dieci anni, stava giocando quando una donna, parlando in spagnolo, attirò la sua attenzione promettendogli caramelle. Era un giorno normale per i due bambini, immigrati da Puerto Rico sei mesi prima con la famiglia. Nonostante i loro sforzi, la polizia, la guardia costiera, l’FBI e persino l’esercito, con una base a Oakland, non riuscirono a trovare alcuna traccia di Luis.

Il trauma della scomparsa segnò profondamente la famiglia Albino. La madre di Luis, Antonia, continuò per anni a recarsi al commissariato sperando in notizie del figlio. Anche se col tempo le sue visite si fecero meno frequenti, la famiglia non smise mai di credere che Luis fosse vivo. La sua fotografia rimase sempre appesa al muro e l’articolo dell’Oakland Tribune che parlava della sua scomparsa era custodito gelosamente nel portafoglio di Antonia.

La svolta con il test del DNA

La svolta arrivò nel 2020, quasi 70 anni dopo il rapimento, grazie a un test del DNA. La nipote di Luis, Alida Alequin, decise di fare un test genetico online “per divertimento” e scoprì una corrispondenza del 22% con un uomo sulla costa Est degli Stati Uniti. Ogni tentativo di contattarlo inizialmente fallì, ma Alida non si arrese. Insieme alle sue figlie, rintracciò delle fotografie dell’uomo e le confrontò con quelle del bambino rapito. La somiglianza era evidente.

Alida portò le informazioni alla polizia di Oakland che, grazie a un campione di DNA prelevato dall’uomo, confermò che si trattava proprio di Luis Armando Albino. La notizia fu accolta con immensa gioia dalla famiglia, che finalmente poteva riabbracciare il loro caro dopo decenni di incertezze e dolore.

Un ricongiungimento commovente

Luis, ora in pensione, è stato un pompiere e veterano del corpo dei Marines, avendo prestato servizio in Vietnam. Ricorda vagamente il giorno del rapimento: la donna lo portò in aereo sulla costa Est, dove fu cresciuto come figlio da una coppia. Nonostante le difficoltà iniziali, Luis ha avuto una vita piena e ha creato una sua famiglia.

Il 24 giugno 2020, con il supporto dell’FBI, Luis è tornato a Oakland per incontrare i suoi parenti. Il giorno successivo ha riabbracciato il fratello Roger nella contea di Stanislaus. “Si sono stretti in silenzio e poi hanno parlato per ore”, racconta commossa Alida. Purtroppo, Roger è morto ad agosto dello stesso anno, ma con la consolazione di aver ritrovato il fratello scomparso.