Il relitto del galeone spagnolo San José affondato nel 1708 nel mar dei Caraibi colombiano con un tesoro dal valore inestimabile "è intatto”. Lo afferma oggi Alhena Caicedo, direttrice dell'Istituto colombiano di antropologia e storia (Icanh), descrivendo gli sviluppi della missione archeologica avviata dal governo di Gustavo Petro per recuperare il tesoro e preservare i resti del galeone.
La spedizione scientifica opera in un'area stimata di 461.000 metri quadrati di fronte alla costa della città di Cartagena de Las Indias e gli archeologi sommozzatori hanno classificato fino ad ora circa 1.100 oggetti.
Un ulteriore elemento emerso dall'analisi del relitto riguarda le cause del suo affondamento, inizialmente attribuito all'attacco di una flotta di pirati inglesi.
"L'area in cui sono distribuiti i resti è piuttosto piccola, un fatto che contrasta con l'ipotesi di un'esplosione che avrebbe potuto scagliare i pezzi a molti chilometri di distanza", ha affermato Caicedo.
Secondo documenti dell'epoca il galeone conterrebbe un tesoro di almeno 11 milioni dobloni d'oro oltre ad argento e smeraldi per un valore stimato oggi in 20 miliardi di dollari e Bogotà ha già dichiarato "area archeologica protetta della Nazione" l'area dov'è affondato il galeone.
Alla fine di dicembre si terrà a Cartagena de las Indias anche una mostra sugli oggetti ritrovati nel galeone la cui appartenenza è contesa anche da Spagna, Perù e Bolivia, oltre che dalla società statunitense Sea Search Armada che per prima lo individuò e che chiede un risarcimento di 10 miliardi di dollari.