Lorenzo Buffon si racconta: «Sono arrivato fino a 95 anni grazie a un segreto. Scartato dall’Udinese, sono finito al Milan e ho vinto tanto»
Lorenzo Buffon, domani 19 dicembre, compierà 95 anni e per gli appassionati di calcio di vecchia data rappresenta uno dei migliori portieri italiani di sempre. Lorenzo Buffon ha legato il suo nome soprattutto al Milan, con il quale ha vinto 4 scudetti (e uno con l’Inter). Il Corriere della Sera lo ha intervistato.
IL SEGRETO DI UNA LUNGA VITA – «Essere amico dei dottori e dei preti (ride): io mi sono ribattezzato Fortunato, perché ho superato tanti guai fisici, comprese tutte le fratture che ho subito da calciatore. E poi, la cosa più importante: non smettere mai di imparare qualcosa di nuovo».
PITTORE – «Mio padre era portiere e pittore, ho ripercorso le sue orme. Fino ai 4 anni ho vissuto a St Etienne in Francia, dove lui era andato per lavoro. Poi siamo venuti qui a Latisana: ero il classico chierichetto cresciuto con il pallone all’oratorio, almeno fino alla guerra».
LA GUERRA – «L’assenza di mio padre, sopravvissuto a un campo di concentramento. E i bombardamenti, ben 84: per questo nella vita non ho mai avuto più paura della morte e non ce l’ho nemmeno adesso»
L’UDINESE LO SCARTO’ – «Sì, andai al Portogruaro e attraverso un dirigente che aveva contatti con il Milan, a giugno del 1949, un mese dopo la tragedia del Grande Torino per cui tifavo, mi ritrovai a Milano come quarto portiere. Ma scalai in fretta le gerarchie, ricordo ancora il mio amico Liedholm che mi disse: “domani tu jocare…”. E non sono più uscito, centrando il primo scudetto a 21 anni».
SOPRANNOME: TENAGLIA – «Difficilmente mi facevo sfuggire il pallone: allenavo la presa stringendo per ore i tappi della birra fra le mani».
IL PORTIERE PIU’ FORTE – «Jascin, un amico. Alla festa d’addio di Zoff, al quale sono molto legato, Lev mi baciò sulla bocca, alla russa, e si misero tutti a ridere. Ma ho conosciuto anche il mitico Ricardo Zamora, lo spagnolo degli anni Venti e Trenta, che mi fece uno dei complimenti più belli che abbia mai ricevuto: ‘‘Avrei voluto avere un figlio come te” mi disse».
L'amore
Al giorno d'oggi non è una novità, il calciatore che fa coppia con una donna dello spettacolo. Ma proprio Lorenzo Buffon è stato il primo giocatore a sposare un volto della tv, la valletta dell'iconico programma Lascia o Raddoppia condotto da Mike Bongiorno, Edy Campagnoli: «Lei veniva a vedere le partite dietro alla mia porta, poi ci siamo frequentati. E finché non ci siamo sposati non ci facevamo vedere troppo in giro per Milano. Lì vive nostra figlia Patricia. Con Edy abbiamo mantenuto ottimi rapporti, è morta giovane». Si sono sposati nel 1958, dieci anni dopo è arrivato il divorzio, un duro colpo per il portiere: «Volevo staccare da tutto per due mesi, ho conosciuto molte donne, ma lasciamo perdere. Viaggiai in macchina da Los Angeles a New York, dove diventai amico di Frank Sinatra».
La carriera
Se il nome di Gigi a livello calcistico è legato prevalentemente alla Juventus, Lorenzo Buffon ha trascorso gran parte della sua carriera in un altro nobile club del calcio italiano, il Milan. Dal 1949 al 1959, infatti ha vestito la maglia rossonera con cui ha vinto quattro scudetti, uno invece è arrivato con l'altra squadra di Milano, l'Inter: «Sì, andai al Portogruaro e attraverso un dirigente che aveva contatti con il Milan, a giugno del 1949, un mese dopo la tragedia del Grande Torino per cui tifavo, mi ritrovai a Milano come quarto portiere. Ma scalai in fretta le gerarchie, ricordo ancora il mio amico Liedholm che mi disse: “domani tu jocare…”. E non sono più uscito, centrando il primo scudetto a 21 anni».
Poi, il Milan ha deciso di cederlo per uno scambio con un altro portiere di primo livello dell'epoca, ovvero Ghezzi: «Fui fatto fuori dal Milan nello scambio con Ghezzi. E mi fu impedito di giocare per un anno a Milano, tanto è vero che feci una stagione al Genoa. Colpa del d.s. di allora del Milan (il celebre Gipo Viani ndr) che non vedeva di buon occhio il mio matrimonio con Edy. Ma anche se finivo sui giornali per questioni extra calcio mi sono sempre allenato al massimo. Tanto è vero che con l’Inter ero stabilmente in Nazionale».