(foto archivio)

L'italo-venezuelano fermato ieri in Venezuela perché sospettato di attività illegali è stato liberato già ieri notte.

E' quanto si apprende da fonti della Farnesina. L'uomo è stato fermato ieri intorno alle 11 ora locale alla frontiera terrestre di Cucuta tra Colombia e Venezuela.

La Farnesina, spiegano le stesse fonti, appena saputo del fermo, ha subito chiesto l'intervento del viceconsole onorario di Tachira e contattato il commissario della polizia diplomatica a Maracaibo. L'italo-venezuelano è stato rilasciato alle 16 ora locale, dopo circa cinque ore e mezzo di fermo. La famiglia è informata. Non sono noti altri casi di connazionali fermati dalle autorità venezuelane, aggiungono fonti della Farnesina.

Il governo di Caracas aveva annunciato ieri l'arresto, aggiungendo che con lui è stato arrestato anche un colombiano e accusando entrambi di essere dei "mercenari", "parte di un complotto" per rovesciare il governo del presidente Nicolas Maduro. Dopo le presidenziali dello scorso 28 luglio, il Venezuela ha arrestato 127 cittadini stranieri di nazionalità svizzera, tedesca, statunitense, spagnola, italiana e olandese, tra le altre, accusandoli di essere dei presunti mercenari.

Maduro crea una rete militare per sedare le proteste

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato l'attivazione dei cosiddetti "organismi di gestione integrale" (Odis), una struttura che centralizza potere politico, Forze armate, Milizia nazionale bolivariana, forze di polizia e gruppi comunitari con il pretesto di "difendere la pace" nei giorni che precedono il 10 gennaio, data in cui dovrebbe insediarsi al potere per un terzo mandato consecutivo di 6 anni.
In un evento tenutosi al Palazzo Miraflores di Caracas, il leader 'chavista', indossando un'uniforme militare mimetizzata, ha comunicato la creazione di queste strutture tramite decreto.
Inoltre, si è autoproclamato comandante supremo di questa fusione politico-militare.
Secondo Maduro, l'Odis si configura come un "organismo superiore" che opererà a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica e comunitaria.

In pratica, ciò si traduce in un meccanismo di controllo territoriale assoluto, volto a sottomettere la popolazione e reprimere ogni eventuale protesta prima del 10 gennaio, data in cui secondo gran parte della comunità internazionale dovrebbe invece insediarsi come presidente eletto il leader dell'opposizione Edmundo González Urrutia.

Onu, Guterres preoccupato per la repressione in Venezuela

Il segretario generale nell'Onu Antonio Guterres "è preoccupato per le notizie di violazioni dei diritti umani in Venezuela" e spera che "non ci siano ulteriori ondate di repressioni nei prossimi giorni, soprattutto questa settimana".

Lo ha riferito il portavoce di Guterres nel corso di una conferenza stampa, evidenziando che l'apprensione del segretario generale è relativa soprattutto alla detenzione di numerosi oppositori politici e difensori dei diritti umani nelle ultime ore.
Sale sempre più la tensione a Caracas a due giorni dalla cerimonia di insediamento alla presidenza di Nicolas Maduro per un nuovo contestato mandato alla guida del Paese.

La città si presenta già militarizzata per volere del governo che ha già denunciato tentativi di destabilizzazione.
I leader dell'opposizione - che rivendicano la vittoria di Edmundo Gonzalez alle elezioni presidenziali del 28 luglio - annunciano intanto manifestazioni di protesta con la presenza anche dell'ex candidato, attualmente a Panama.