di EMILIANO FUMANERI

L’ente previdenziale ha annunciato cambiamenti sulle regole delle pensioni. Cosa cambierà con le novità normative per lavoratori e imprese.

Nuove regole per le pensioni con la circolare INPS n. 48 del 24 febbraio: l’ente previdenziale ha fatto chiarezza sulle novità normative introdotte dalla legge n. 203 del 2024 entrata in vigore il 12 gennaio 2025. In particolare l’Istituto nazionale della previdenza sociale si è concentrato sul contenuto dell’articolo 30 della nuova legge, che va a modificare le regole sulla rendita vitalizia.

Il tasto delle pensioni è sempre delicato, visto che si tratta del futuro dei lavoratori che una volta terminata la loro carriera professionale vanno incontro agli anni della vecchiaia. Ma cosa cambierà con le nuove regole per i lavoratori e le aziende? Ecco cosa ha spiegato l’INPS nel pubblicare le nuove regole sugli assegni pensionistici.

INPS, nuove regole per le pensioni

La modifica normativa riconosce ai lavoratori la possibilità di riscattare eventuali contributi non versati dal datore di lavoro anche se nel frattempo è intervenuta la prescrizione. Questo in modo da evitare pesanti ricadute sulla pensione futura che verrà percepita dal dipendente. In questa maniera anche il lavoratore penalizzato dal mancato versamento dei contributi potrà costituirsi una rendita vitalizia pagando di tasca propria.

Rimane naturalmente la possibilità di rivalersi sul datore di lavoro nelle sedi appropriate. Come sappiamo il datore di lavoro è obbligato a versare il 33% della retribuzione del dipendente sotto la forma dei contributi previdenziali (per il 9,19% come trattenuta sullo stipendio e per la parte residua a carico dell’azienda). A volte però può capitare che la ditta non adempia all’obbligo di legge.

Dal 12 gennaio è dunque possibile ai lavoratori – o ai loro superstiti, in caso di pensione indiretta o di reversibilità – di chiedere la rendita vitalizia per i contributi non versati – e ormai prescritti – dal datore di lavoro, sostenendone il costo integrale. Oltre a rifarsi sul datore di lavoro per ottenere la copertura previdenziale alla quale ha diritto, il lavoratore ha a disposizione lo strumento della rendita vitalizia.

La rendita vitalizia permette di recuperare i periodi lavoratori rimasti scoperti dai contributi. Dopo 10 anni però scatta la prescrizione. Le nuove norme vanno a modificare proprio questo aspetto: il lavoratore non avrà più limiti di tempo per chiedere la rendita vitalizia a proprie spese.

La domanda andrà presentata per via telematica all’INPS, che verificherà se sono passati oltre 10 anni dalla prescrizione dei contributi non versati e se il lavoratore può chiedere la rendita in sostituzione del datore di lavoro o se dovrà farsene interamente carico. Le domande inviate prima del 12 gennaio 2025 ma ancora non esaminate saranno valutate con le nuove regole.