In qualità di ex docente dei Corsi di lingua e cultura italiana, ho sentito il dovere di esprimere la più profonda preoccupazione riguardo alla situazione dei Corsi di lingua e cultura italiana, gestiti dagli Enti Gestori sul territorio elvetico. Le recenti scelte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale stanno portando a conseguenze drammatiche per l'insegnamento della nostra lingua e cultura.

 

Con la semi-privatizzazione di queste istituzioni scolastiche all'estero, iniziata nel lontano 1993, lo Stato italiano ha delegato agli Enti Gestori, una parte consistente dell'organizzazione dei corsi di italiano, a livello elementare e medio. Tuttavia, questa decisione si sta rivelando insostenibile per molteplici motivi:

 

1. Richieste Contraddittorie dello Stato: Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale chiede agli Enti Gestori di trovare fonti di finanziamento locali, ma non consente l'introduzione di una tassa obbligatoria di frequenza. Questo crea un paradosso: i genitori possono solo contribuire in modo volontario, rendendo l'attività scolastica incerta e precaria.
2. Disuguaglianza tra Corsi: Nei corsi gestiti direttamente dal Ministero, dove il personale è inviato dall'Italia, non è richiesta alcuna tassa d'iscrizione. Questo crea un’ingiustizia inaccettabile: le famiglie che possono accedere ai corsi ministeriali non sostengono alcun costo, mentre quelle che si rivolgono agli Enti Gestori devono versare un contributo volontario. Tale disparità èincostituzionale.

Una soluzione equa sarebbe che tutte le famiglie dei Corsi sia ministeriali che degli Enti Gestori versassero una tassa obbligatoria di iscrizione. Questo, secondo il mio modesto parere, permetterebbe al Ministero di calibrare il suo intervento di sostegno in base alle reali necessità e disponibilità economiche, evitando discriminazioni tra studenti e famiglie. È fondamentale che il sistema educativo garantisca pari opportunità a tutti gli studenti, indipendentemente dal tipo di corso a cui accedono. Solo attraverso politiche inclusive e giuste si può promuovere un'educazione equa e di qualità.

3. Difficoltà nella Gestione delle Iscrizioni: L'uso della piattaforma Spaggiari in Svizzera evidenzia ulteriori problemi di comunicazione e coordinamento tra i consolati e gli Enti Gestori. La mancanza di un flusso di informazioni in tempo reale porta a inefficienze e ritardi, che possono influire sulla formazione delle classi e, di conseguenza, sull'esperienza educativa degli studenti. È essenziale che venga implementato un sistema di gestione delle iscrizioni più efficiente, che garantisca la tempestività e l'affidabilità dei dati, in quanto, non dimentichiamoci, che all’Ente spetta la responsabilità giuridica dei Corsi che gli sono stati affidati.

 

4. Necessità di Revisione della Circolare 4: La circolare 4, che regola attualmente la gestione dei Corsi, è obsoleta e necessità di un aggiornamento urgente. Le attuali disposizioni non solo ostacolano l'efficace gestione dei corsi, ma mettono anche in grave difficoltà gli Enti Gestori.
5. Ritardi nei Contributi Ministeriali: I fondi ministeriali, fondamentali per il funzionamento degli Enti Gestori, non vengono erogati nei tempi previsti, causando ritardi nei pagamenti degli stipendi ai docenti, che possono arrivare a diversi mesi. Questa situazione non è sostenibile e mina la qualità dell'insegnamento.

Di fronte a questa situazione, mi permetto di suggerire agli Enti Gestori della Svizzera di adottare misure drastiche per evitare, prossimamente, un sicuro fallimento, come già accaduto nel 2022, a San Gallo e a Berna.

 

Pertanto, proporrei di consegnare i libri contabili al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale alla fine dell'anno scolastico in corso, tramite le sedi consolari di appartenenza, in modo da indurre quest’ultimo ad apportare le dovute e necessarie modifiche alla normativa vigente, sempre ci fosse, ancora, un reale interesse a tenere in vita i Corsi di lingua e cultura italiana.

È fondamentale che ogni studente abbia accesso a un'istruzione di qualità, senza discriminazioni e ingiustizie.

 

Chiedo, pertanto, anche a nome di molte famiglie di alunni dei suddetti Corsi, un intervento immediato allo Stato italiano,affinché la lingua e la cultura italiana possano continuare a essere patrimonio delle nostre comunità in Svizzera.

 

È fondamentale, a questo punto, unire le nostre forze e lavorare insieme per affrontare le sfide che ci attendono, ma al momento manca una visione condivisa e una strategia concertata. Spero che si possa trovare un terreno comune tra InterComites, Enti Gestori, CGIE e parlamentari eletti all’Estero nella Ripartizione/Europa, per difendere al meglio gli interessi dei nostri connazionali.

 

Gerardo Petta, ex docente dei Corsi e membro dell’InterComites/ Svizzera