Caro Direttore, é vero non è facile, per il MAE, stare sulle onde dell’opinione pubblica della politica emigratoria italiana e non essere bersaglio di ogni tipo di critica. Ma il MAE è un Ministero, è parte di un governo e quindi, non avendo governo da tanti anni in Italia, la gente comincia a pensare che il vero bersaglio è la società italiana, l’ITALIA.
Purtroppo, conoscendo da tanti decenni l’azione dello Stato Italia nei confronti dei propri emigrati, non ci sorprende affatto che la microscopica struttura diplomatico-consolare italiana in Uruguay, non abbia investito un Euro per stimolare 85.000 persone che possono esercitare il diritto al voto in questi giorni.
Un capo-missione, andato in vacanza in piena campagna elettorale, è la chiarissima dimostrazione del menefreghismo dell’Italia come paese. Sono stati i candidati a cercare di istruire i nostri connazionali, senza altro che qualche influenza nella stampa locale, per cercare di trasmettere agli italiani il fatto che “dovrebbero essere” i protagonisti del proprio destino.
Nelle precedenti elezioni, anche se con le poche risorse a disposizione, la Console (almeno c’era un Console!) utilizzò una batteria di comunicati, su tutti i mezzi stampa, radio, TV e stampa scritta ed ebbe persino l’aiuto della compagnia pubblica telefonica locale, per avvisare che si votava e chi si votava.
In occasione delle elezioni politiche 2018, siamo dovuti essere noi a chiamare i mezzi stampa locali per spiegare come si vota e siamo anche stati noi ad essere chiamati per trasmettere alla stampa locale i recapiti telefonici per invitare le autorità italiane (con sempre meno autorità) ad intervenire, minimamente, per parlare di termini, istruzioni, spiegazioni, sinceramente molto insufficienti.
Per chi, come me e molti altri connazionali della comunità italiana in Uruguay, lavoriamo da decenni per l’informazione, è scoppiata un’enorme vergogna del nostro Stato. Meno male che questa volta, anche il COMITES ha protestato pubblicamente contro questa politica di menefreghismo istituzionale per quanto riguarda la pubblicità delle elezioni politiche: un COMITES che aveva comunicato, 4 anni fa, che non sarebbe cambiato nulla se l’Italia declassava il Consolato a cancelleria, agenzia consolare o consolato onorario (sic!).
Stefano Casini