Fondata nel 1944, l’Acli fa parte delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani ed è presente a Montevideo dagli anni settanta. È uno degli enti di assistenza "storici" che ci sono nel paese e la sua sede si trova a Montevideo in calle Estero Bellaco 2708 a poca distanza dalla Casa degli Italiani.
Lo visitiamo un mercoledì mattina durante i lavori di ristrutturazione e con la gente che viene a chiedere le più diverse informazioni: cittadinanza, pratiche pensionistiche e quant’altro. Come ricorda l’attuale direttrice Elena Bravin, questo patronato è nato per la volontà di Franco Brunello, "un italiano che ha cominciato l’attività ricevendo a casa sua i connazionali per aiutarli in diverse cose" e poi un decennio dopo si è spostato presso la Missione Cattolica Italiana.
"Avevamo una stanza piccolissima ma si lavorava tantissimo". All’epoca, con l’entrata in vigore dell’accordo tra Italia e Uruguay in tema di previdenza sociale, migliaia di italiani cominciavano a preoccuparsi delle pensioni e delle altre pratiche affini. "Il nostro lavoro è sempre stato quello di far garantire questi diritti ma non solo. C’è bisogno anche di un costante seguito delle pratiche tanto nella dichiarazione dei redditi come nei certificati di esistenza in vita eccetera. Il patronato è importante perché è la prima porta che ha il pensionato e il cittadino in generale per far valere tutti i suoi diritti e qui trova un luogo aperto tutta la settimana per trovare le informazioni necessarie. Noi siamo come un materasso per il Consolato perché diamo risposte immediate. Nel nostro caso specifico, possiamo contare anche su una rete di appoggio delle Acli in tutto il mondo che è un fattore molto importante".
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La Bravin considera "necessario" l’accordo di cui si parla da anni tra il Ministero degli Esteri e i patronati per "regolarizzare e riconoscere un’attività che esiste già". Pur non entrando nel merito delle questioni politiche, secondo lei ignorare questa realtà radicata in tante nazioni rappresenta "un grande errore". Il servizio civile è un importante caratteristica dell’Acli che ogni anno riceve per la durata di un anno ragazzi che vengono per un’esperienza professionale. Si tratta di uno dei pochi esempi di mobilità e scambio professionale tra i due paesi: "Stare a contatto con loro è un sempre un arricchimento sotto tutti i punti di vista. Farli adattare richiede del tempo ma porta grandi soddisfazioni. Ecco, io credo che bisognerebbe insistere con questi tipi di programmi anche in altri ambiti, specialmente quelli accademici".
In linea con la tendenza generale, oggigiorno l’assistenza del patronato verso i pensionati è notevolmente diminuita. Sono all’incirca una ventina (ma dipende sempre dal periodo) le persone che entrano quotidianamente al patronato Acli e la maggior parte delle richieste riguardano il riconoscimento della cittadinanza. Secondo la responsabile dell’Acli questa tendenza significa qualcosa: "La gente ha voglia di andare via dall’Uruguay. Abbiamo notato una differenza notevole rispetto a 5 o 6 anni fa. Bisogna però chiarire che quella di oggi risponde a una ricerca di nuove aspirazioni e di nuovi orizzonti sia personali che professionali, un qualcosa di molto diverso rispetto a quanto avveniva negli anni della crisi".
Un’altra particolarità segnalata negli ultimi tempi è il crescente interesse verso lo studio dell’italiano su cui l’Acli punta fortemente con i suoi corsi: "Non dipende solo dalla nuova legge sulla cittadinanza per matrimonio come molti potrebbero pensare. Credo che riguardi più che altro la voglia e l’interesse delle persone, soprattutto quelle più anziane che avendo buona salute e tempo libero a disposizione vanno alla ricerca di un’attività. Può essere ulteriormente significativo, poi, che questa attività abbia in qualche modo un rapporto diretto con le proprie radici".
Oltre all’italiano, un altro corso sempre molto seguito è quello delle competenze informatiche che cerca di includere i pensionati nel mondo digitale attraverso l’uso di tablet e cellulari per navigare su internet: "Spesso, nelle famiglie, i figli e i nipoti non hanno il tempo e la pazienza per spiegare queste cose ai loro nonni che rischiano seriamente di essere tagliati fori dal mondo attuale. Qui invece creiamo un ambiente piacevole dove si possono imparare tutte le cose che consentono di usare al meglio il web. La domanda è sempre altissima, non avendo tanto spazio a volte dobbiamo mettere dei limiti alle iscrizioni".
MATTEO FORCINITI