"Sta bruciando Notre-Dame!". Il grido si è diffuso in un battibaleno in tutta la città. Nelle case, nei caffè, negli uffici dove ancora si lavorava, nella metropolitana. "Sta bruciando Notre-Dame!", come se stesse bruciando casa nostra, il simbolo che ci unisce, il tetto che dà riparo a tutti e che tutti protegge. "Sta bruciando Notre-Dame!", come se quelle fiamme potessero distruggere le fondamenta di una capitale e di un paese. Da un lato, è solo un incendio, con i suoi danni che saranno riparati grazie alla solidarietà di tutti ; dall’altro, è andato semidistrutto uno dei simboli che fonda non solo l’unità di una nazione, ma il vivere insieme dei francesi. Nessuno può dire cosa scaveranno nell’inconscio collettivo le fiamme che hanno divorato la cattedrale parigina.
Non ci sono state vittime, fortunatamente, e per il momento tutto lascia pensare che si sia trattato di un incidente. Ma gli applausi ai pompieri delle migliaia di curiosi assiepati dietro alle transenne ricordano gli applausi ai poliziotti dopo la strage di Charlie Hebdo. La ferita è diversa, ma colpisce ugualmente in profondità il paese. Notre-Dame è un simbolo per tutti, dai turisti ai francesi ai parigini. Non è la cattedrale più grande, né la più alta del paese, superata da Rouen, Strasburgo e tante altre. Ma sull’Ile-de-la-Cité che la ospita si è costruita Parigi. Dire che è stato colpito il cuore della Francia non è solo retorica: su quell’isola è nata la potenza del paese, rappresentata dal vecchio Palais de Justice (il Palais de la Cité, simbolo medievale del potere temporale) e da Notre-Dame (il potere spirituale).
Le due torri salvate dai pompieri non sovrastano fisicamente la Tour Eiffel, il Panthéon, il Sacro Cuore e la Tour Montparnasse, ma sovrastano tutti gli altri edifici per il loro capitale storico-simbolico. Non importa che i re fossero incoronati a Reims e sepolti a Saint-Denis, il loro potere, come quello dei loro successori repubblicani, è radicato in quella piccola isola. Per i francesi, Notre-Dame è la Francia, la cattedrale esaltata dal pathos romantico di Victor Hugo. Quale impatto avrà l’incendio della cattedrale sull’immaginario, i comportamenti elettorali, il senso di appartenenza alla comunità nazionale?
Emmanuel Macron avrebbe dovuto parlare al paese ieri sera all’ora di cena per dare le sue risposte alla crisi aperta dai gilet gialli e alle domande emerse dal grande dibattito nazionale. Appena le fiamme hanno cominciato a divorare la cattedrale, il capo dello Stato ha rinviato tutto sine die ed è andato sul posto. Ma è giusto chiedersi se l’incendio cambierà il rapporto tra il paese e il presidente, se e come potrà evolversi il rapporto tra politica e cittadini. I grandi avvenimenti che colpiscono l’immaginario, di qualsiasi natura essi siano, cambiano sempre una società, scavano negli interstizi. Vedremo quali saranno gli effetti dell’incendio di Notre-Dame.