Ieri l’ambasciatore Piccato nel difendersi dagli attacchi del Comites e dei candidati alle elezioni sulla totale mancanza di pubblicizzazione di queste elezioni in Uruguay ha replicato con un “è stata fatta una grande campagna di diffusione delle elezioni sui social network”.
Non sappiamo chi ha sussurrato nell’orecchio del Numero Uno italiano nel Paisito tali affermazioni, perché la realtà è molto diversa: l’Ambasciata infatti è completamente assente on line…
Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna, Svizzera, Giappone, Francia. Corea del Sud, Perù, Canada, Messico, Germania, Cina, Palestina, Argentina, Venezuela, Cuba, Cile, Ecuador. E ancora: Libano, Costa Rica, Russia, Guatemala, Bolivia, El Salvador, Repubblica Domenicana, Nicaragua, Nuova Zelanda, Australia, Irlanda, Armenia….: a leggere l’elenco delle ambasciate presenti su Facebook si resta increduli.
Sono circa una trentina le rappresentanze diplomatiche attive in Uruguay che hanno scelto la piattaforma più popolare del mondo per comunicare con gli utenti, interagire virtualmente con i propri connazionali e più in generale con la società che li accoglie.
Nella lunga lista delle ambasciate l’Italia è assente, non esiste. Eppure, viste le peculiarità storico-culturali dell’Uruguay, la nostra dovrebbe essere una nazione importante, in prima fila e all’avanguardia nell’adattarsi ai tempi che corrono. La lunga ondata della rivoluzione del web che ha travolto tutto qui non è ancora arrivata.
E non è tutto. Basta vedere un po’ il contesto sudamericano per capire che quella di Montevideo (quinta nella regione per numero di cittadini) è una vera anomalia, un ricordo sbiadito dell’Italia che non va oltre la pura effimera nostalgia.
L’Ambasciata argentina di Buenos Aires dispone di una propria fan page, così come succede per la sede di Brasilia, Santiago del Cile, Bogotà, Città del Messico, Santo Domingo, Città del Guatemala, L’Avana e Managua.
Anche per i consolati è la stessa storia. Solo per citarne alcuni: Buenos Aires, Rosario, Cordoba, La Plata, Bahía Blanca, San Paolo, Rio de Janeiro, Porto Alegre. L’Uruguay non esiste.
Spostandoci su Twitter lo scenario è abbastanza simile. 13 le rappresentanze straniere dell'Uruguay presenti: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Argentina, Israele, Spagna, Cuba, Bolivia, Azerbaijan, Colombia, Venezuela, Russia, Irlanda.
Il contesto sudamericano riflette quanto già descritto su Facebook. Anzi, è ancora più evidente. I profili ufficiali delle ambasciate latinoamericane abbondano: Argentina, Brasile, Venezuela, Cile, Messico, Ecuador, Bolivia, Guatemala, Cuba, Nicaragua. Ci sono anche alcuni consolati, come quelli di San Paolo, Rosario e Bahía Blanca.
“In queste settimane è stata fatta una grande campagna di diffusione sulle elezioni tanto attraverso i canali istituzionali come sui social network”. Queste le parole pronunciate dall’ambasciatore Gianni Piccato martedì pomeriggio in una desertica conferenza stampa.
Ma qual è la campagna sui social di cui parla Piccato?
Esistono due profili ufficiali dell’Ambasciata di Montevideo, uno su Flickr, l’altro su Youtube.
Il primo prevede la condivisione delle fotografie, il secondo dei video. Due strumenti molto positivi se inseriti all’interno di un piano di diffusione più grande che prevede una presenza anche su Facebook e/o Twitter.
Ebbene, nell’ultimo mese la "grande campagna di diffusione" ha avuto quattro video caricati su Youtube.
Di cui, tre consistono in apparizioni dell’ambasciatore nella televisione uruguaiana e uno è un video informativo sulle modalità del voto estero prodotto dal Ministero degli Esteri.
Le tre interviste nei programmi televisivi sono: “Desyunos informales” (Teledoce), “La mañana en casa” (Canal 10) e un servizio del telegiornale Teledoce di Montecarlo Tv.
Le visualizzazioni sono, rispettivamente, di 109, 41 e 19 riproduzioni. Tutto qui.
Su Flickr il contenuto caricato per le elezioni è pari a zero.
L’unica foto del 2018 è la visita di una delegazione del Ministero dell’Economia.
Sia chiaro: le autorità diplomatiche-consolari hanno problemi più urgenti da risolvere.
I finanziamenti sono quelli che sono e la realtà di per sé è già abbastanza problematica. Ma sentire il rappresentate dell’Italia in Uruguay che rivendica la grande campagna che è stata fatta sul web è a dir poco sconcertante…
di Matteo Forciniti