L'uomo come dio? È la domanda del dibattito che si è aperto negli Stati Uniti, a una settimana dalla scoperta che potrebbe cambiare gli scenari della biologia sintetica: scienziati hanno creato in laboratorio il primo organismo vivente con Dna sintetico e complesso. Sarebbe una svolta nel campo della biologia e un passaggio chiave per realizzare quello che è stato e continua a essere il soggetto di romanzi e film di fantascienza: la creazione di una vita artificiale, la riscrittura del codice genetico di chiunque per renderlo immune alle malattie.
È il New York Times a raccontare i risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge: gli studiosi hanno riscritto il codice genetico di un batterio, costruendo in laboratorio un genoma quattro volte più grande e più complesso di quelli creati fino a oggi, come il batterio sintetico Syn 3.0 realizzato negli Stati Uniti, nel 2016, dal gruppo di ricercatori guidati da Craig Venter. I batteri sintetici risultano vitali, dalla forma insolita e in grado di riprodursi, anche se lentamente. Il risultato potrebbe portare a nuovi organismi ma anche a nuovi risultati nel campo della medicina. "Questa scoperta è una pietra miliare - commenta Tom Ellis, direttore del Center for Synthetic Biology all'Imperial College di Londra, non coinvolto nella ricerca - Nessuno era mai arrivato a questi risultati in termini di numero e di mutamenti".
Lo studio, portato avanti da Jason Chin, biologo molecolare a Cambridge, era partito nove anni fa. La riscrittura del codice genetico potrebbe rivelarsi una svolta chiave anche nel combattere i virus, perché questi potrebbero non essere in grado di attaccare un Dna ricodificato e, quindi, nuovo. "In teoria - spiega Finn Stirling, della scuola medica di Harvard - puoi riscrivere il codice di chiunque".