Si respira un grande scetticismo in Uruguay sul progetto della costruzione di un consolato che sta suscitando notevoli dubbi all’interno della comunità italiana tra rappresentanti, associazioni e patronati: al lungo elenco di coloro che chiedono trasparenza e maggiori informazioni, adesso si sono aggiunti anche due senatori del Partito Democratico che hanno presentato al riguardo un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri.
L’ultima stranezza in ordine cronologico è la gara di appalto convocata dall’Ambasciata che prevede solo 1o giorni di tempo per la presentazione dei progetti. Forte è il sospetto che questo misterioso interesse suscitato all’improvviso dal Governo italiano dopo anni di abbandono, possa finire solo per arricchire le tasche di qualcuno anziché risolvere il vero problema dei servizi consolari che patiscono i connazionali. A tutto ciò bisogna aggiungere anche una seconda questione, l’affitto di una sede temporanea a pochi metri dall’Ambasciata che verrà aperta a breve solo per dare informazioni al pubblico e di cui non si fa fatica a capire la necessità.
Tra voci critiche, domande e preoccupazioni, in Uruguay la festa della Repubblica arriva nel mezzo di un clima abbastanza teso. Il presidente del Comites di Montevideo Alessandro Maggi chiede chiarezza sui tempi del bando perché "è abbastanza strano che le ditte abbiano solo 10 giorni di tempo per presentare le loro proposte". "Credo che ci sia bisogno di un tempo maggiore per studiare il progetto, analizzare i costi e infine poter inviare un preventivo. Qui non si tratta di una ristrutturazione ma della costruzione di 650 metri quadrati, insomma un qualcosa di importante che ha bisogno di una lunga e dettagliata preparazione".
Si arriverà veramente a costruire un nuovo consolato come promesso dal sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo? Il presidente del Comites è scettico anche alla luce della "delicata situazione politica che sta vivendo l’Italia" con l’incertezza sul futuro del governo giallo-verde: "Se cade il governo che succede? Il Ministero degli Esteri cosa farà?". "Quando non ti danno tempo per presentarti" -afferma il consigliere Rolando Rossi- "vuol dire che a questo bando si presenterà solo chi ha già pronta la proposta. È irrealistico pensare che 10 giorni di tempo siano sufficienti, ci dovrebbe essere un termine ragionevole di tempo per consentire alle ditte di partecipare al bando".
Le innumerevoli contraddizioni dimostrate negli ultimi mesi portano Rossi a chiedersi se dietro questa storia si possano nascondere interessi occulti: "Io non ho elementi per poter pensare che ci siano altri interessi in gioco ma i dubbi sono tanti. Il sospetto è forte. Quando si penserà davvero al bene della collettività e a migliorare veramente i servizi consolari?".
"È un disastro, le modalità e i tempi del bando dimostrano poca serietà" dichiara Filomena Narducci, membro dell’esecutivo del Comites, per la quale l’interrogazione parlamentare è "assolutamente giusta e doverosa".
La Narducci pone al centro del suo ragionamento la poca chiarezza usata dall’Ambasciata nella comunicazione della gara di appalto: "Non si capisce se un progetto già esiste e dunque si cerca un’impresa per costruirla oppure se si dovrà partire dall’inizio. In ogni caso, 10 giorni sono troppo pochi ma ciò che è peggio è che non c’è stata alcuna diffusione. La realtà è che nessuna ditta uruguaiana entra tutti i giorni sul sito dell’Ambasciata. Un bando pubblico deve essere adeguatamente diffuso per consentire a chi è interessato di partecipare e dovrebbe essere pubblicizzato anche sui mezzi di comunicazione locali".
Altro aspetto segnalato è "l’assenza di coinvolgimento" da parte dei rappresentanti della comunità italiana e in modo particolare del Comites "tenuto completamente all’oscuro di tutto". Una voce fuori dal coro è quella di Renato Palermo, consigliere uruguaiano per il Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) che pur apprezzando l’interrogazione parlamentare fatta dal suo partito precisa che lui è stato informato e coinvolto fin dal principio. "Onestamente non conosco i procedimenti abituali del Ministero in queste cose, i tempi e gli altri dettagli tecnici. Io penso che prima si risolva il problema dei servizi consolari e meglio sarà per la gente. L’ambasciatore sta per andarsene quindi immagino che vorrebbe lasciare incamminata la situazione".
Per il consigliere del Cgie la tortuosa storia del Consolato di Montevideo è stata oggetto di "strumentalizzazione da parte della politica" e la "campagna di disinformazione continua ancora oggi". Così come tra i rappresentanti della collettività, anche tra le associazioni italiani a prevalere sono i commenti negativi. "Ben venga fare qualcosa di necessario ma attenzione agli interessi personali che potrebbero nascondersi dietro". Questo il pensiero di Eugenio Nocito dell’Associazione Calabrese. "Quello dei servizi consolari è il problema più grande che affligge la collettività da decenni e in Italia lo sanno. Dopo anni di battaglie adesso improvvisamente arriva un forte interesse del Governo e noi ci dovremmo credere? C’è sicuramente qualche punto oscuro, dietro si nascondono interessi politici ed economici con persone che cercheranno di guadagnarci qualcosa".
Secondo Nocito i 10 giorni del bando sono "decisamente insufficienti" e fanno sembrare ovvia una cosa: "Si tratta di una gara truccata. Come verrà scelta la ditta, per qualità o per prezzo?". "È una roba da matti". Insiste sui tempi del bando anche Livia Boschiero del Cavu, il Comitato delle Associazioni Venete dell’Uruguay. "Presentare un progetto richiede tantissime cose, i costi, i materiali e quant’altro. Si deve avere un’idea chiara di cosa si fa e bisogna essere molto seri e precisi. Così come stanno le cose mi sembra una follia, non so se esista un minimo di tempo per i bandi pubblici".
La Boschiero esclude che dietro la vicenda si possano nascondere interessi occulti ma avverte: "Attenzione all’opportunismo dei politici di tutti i partiti". Bernardo Zannier della Famèe Furlane parla di appalti pubblici anche alla luce della sua esperienza professionale: "Così come sono i requisiti stabiliti è difficile che ci possano essere cose ben fatte perché le ditte non avranno il tempo sufficiente per fare offerte buone e in grado di garantire i migliori risultati. La conseguenza sarà un incremento dei costi finali a carico dei contribuenti in questo caso. Ci sarebbe dovuto essere un tempo più ragionevole, 20 o 30 giorni. Dando la possibilità a più imprese di presentarsi sarebbe più sano per l’intero processo di selezione oltre che la qualità del prodotto finale".
"Questo appalto" -prosegue Zannier- "rappresenta un caso speciale poiché segue la normativa italiana ma si trova all’estero. L’unica cosa che posso dire è che ci dovrebbe essere maggiore pubblicità sugli organi ufficiali uruguaiani altrimenti le ditte difficilmente verrebbero a conoscenza di questa opportunità".
Matteo Forciniti